Gianmarco Tamberi torna a casa. Con Parigi e con quell’ultima, terribile giornata allo Stade de France ancora nella mente, ancora da digerire. Un’accettazione che gli sarà indispensabile per ripartire. Riposandosi, prima di tutto, e poi riprogrammando il futuro, non soltanto quello sportivo. Perché come ha spiegato Gimbo nelle interviste del giorno dopo, a Casa Italia, ancora a Parigi, ci può essere un futuro che contempli Tamberi ancora nell’atletica, pronto a nuove sfide. Ma senza sacrificare tutto, in primis la famiglia, come ha fatto in questi ultimi anni. L’eroe di Parigi ha bisogno di tempo per rimodulare i propri impegni. Difficile, però, immaginarlo lontano dal campo di atletica. "Penso che continuerò a fare salto in alto, nel 2025 – attacca –. Non è una garanzia, non è ancora certo, non ho ancora guardato oltre al 10 agosto 2024, né per la mia vita privata né per la mia vita sportiva". Ma Gimbo già in altre occasioni ha dichiarato che dopo Parigi avrebbe desiderato avere un figlio, anche se un neonato si sarebbe conciliato male con le esigenze di un atleta che prepara le Olimpiadi. Ma ci sono tanti altri esempi, in giro per il mondo, di come queste due cose possano coesistere, seppure a costo di sacrifici. Gianmarco Tamberi ha bisogno di tempo per rimettere in ordine i suoi pensieri, le sue sensazioni, la sua vita. E di riprogrammare il suo futuro. "La probabilità che io continui con il salto in alto c’è, penso che non sarò più disposto a sacrificare così tanto come ho fatto in questi anni, è giusto che in qualche modo inizi a vivere e anche a guardare quello che ho raggiunto, perché non l’ho mai voluto guardare. E in più lo devo a mia moglie, alla mia famiglia, ai miei amici, a tutti coloro che mi hanno aspettato, mi sono stati accanto e mi hanno sostenuto e accompagnato in questo viaggio. Ma la cosa che faccio più fatica in questo momento a vedere è quella di mettere nuovamente lo sport davanti a tutto. Però potrebbe essere un pensiero di adesso, che potrebbe cambiare domani. Sicuramente in qualche modo devo qualcosa ai miei amici, a tutti coloro che mi sono stati a fianco, a mia moglie, e questo significa dedicare loro del tempo, volere avere una famiglia con mia moglie e voler vivere anche la mia vita non sportiva. Questo non significa che io smetterò di fare sport, né che non lo farò con la stessa serietà, ma tra farlo seriamente e farlo come è stato negli ultimi anni ci passa tanto".
g.p.