Il peso immane della mancata assistenza e le conseguenze per i ragazzi con disabilità: l’attivazione in ritardo dei servizi domiciliari colpisce duro sia gli educatori che gli utenti, famiglie comprese. Un disagio esploso per la prima volta, con queste dimensioni, durante l’inizio dell’anno scolastico 2024-25, al punto da spingere lavoratrici e lavoratori a scioperare e organizzare un sit-in davanti a Palazzo del Popolo. Un problema di civiltà a cui se ne unisce un altro che ha del paradossale: "Il pasto non ci viene più erogato a scuola per questioni di budget e l’assurdità sta nel fatto che noi non possiamo portare cibo da casa per questioni igienico-sanitarie e quindi, dal mattino, non possiamo mangiare fino a quando non finisce il servizio, dopo le 17" attaccano gli educatori. Due temi che vanno a braccetto e raccontano di come i diritti delle persone con disabilità e dei lavoratori del settore siano sempre di più messi all’angolo. Dopo le esternalizzazioni dei servizi i problemi riguardano gli appalti alle cooperative e i budget a loro disposizione. Di questo i vertici locali di Fp-Cgil e Fisascat-Cisl hanno discusso ieri con il sindaco Daniele Silvetti, l’assessore ai servizi sociali Manuela Caucci e i dirigenti, mentre davanti alla sede comunale decine di educatori manifestavano rumorosamente il loro dissenso. Andiamo con ordine, partendo dalla questione dei ritardi nell’attivazione del servizio domiciliare pomeridiano, ossia le poche ore a disposizione di ciascuna famiglia, appena 4. Fino allo scorso anno il servizio è partito sempre più o meno nei tempi stabiliti, cioè all’inizio dell’anno scolastico; quest’anno siamo a novembre inoltrato e ancora la totale attivazione non c’è: "Sindaco e assessore si sono presi l’impegno di risolvere questo problema per quanto riguarda il prossimo anno, per far sì che una situazione del genere non si ripresenti _ hanno spiegato ieri Marco Paialunga e Giorgio Paterna, responsabili regionali di Fisascat-Cisl e Fp-Cgil e i loro delegati al termine del summit in Comune _. Per la situazione attuale la rassicurazione riguarda la possibilità concreta affinché gli educatori che stanno perdendo ore di lavoro le possano recuperare poi nella fase estiva, tra centri estivi e altre progettualità. A loro abbiamo chiesto come mai i servizi non si siano attivati per tempo, ben sapendo le problematiche che sarebbero potute nascere. Secondo loro il servizio non è entrato a regime subito per la mancata individuazione dei progetti da parte dell’Umee (Unità multidisciplinare dell’età evolutiva, ndr.) che fa capo all’Ast 2. Da 30 anni a questa parte stiamo assistendo a un declino costante del servizio con l’intenzione di ridurre gli orari di lavoro. Per i lavoratori le ore sono lo stipendio e la dignità". In soldoni la riduzione delle ore di servizio comporta in media una perdita tra i 150 e i 250 euro mensili su stipendi base che si aggirano attorno ai 900 euro. Sulla questione, davvero incredibile, dei pasti il problema è legato all’aumento del costo base passato da 4 a 8 euro a persona. Silvetti ha chiesto di intervenire sulla cooperativa per trovare una soluzione che non appare così immediata.
CronacaTagliata l’assistenza domiciliare. Le famiglie dei disabili insorgono