Suicida a 15 anni a Senigallia, tormentato dai bulli e dal brutto voto a scuola. La madre: “Aveva parlato con un insegnante”

Oltre alle vessazioni di alcuni compagni di classe, a turbare Leonardo, che si è tolto la vita nella notte tra domenica e lunedì a Montignano, anche quell’insufficienza presa il giorno prima a scuola. La madre di nuovo dai carabinieri per consegnare un messaggino che le aveva girato il figlio

Suicida a 15 anni a Senigallia, oltre all'ombra del bullismo a tormentare Leonardo anche il brutto voto preso a scuola il giorno precedente

Ancona, 16 ottobre 2024 –  Non solo le vessazioni e gli insulti dei compagni bulli ma a turbare Leonardo ci sarebbe stato anche quel brutto voto preso a scuola il giorno prima. E’ quanto emerge dai primi accertamenti degli investigatori che sulla tragedia del 15enne suicida, hanno aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, per istigazione al suicidio.

Il ragazzino si è tolto la vita nella notte tra domenica e lunedì scorsi a Montignano di Senigallia ( Ancona) con la pistola del padre vigile urbano e la ricostruzione della sua tragica morte è stata confermata dagli esiti dell’autopsia effettuata ieri pomeriggi.

Quindi a minare lo stato emotivo del ragazzino, già sconvolto dagli episodi di bullismo di cui pare fosse vittima da tempo (circostanza confermata da alcuni compagni di scuola) ci sarebbe anche quella insufficienza presa proprio qualce giorno prima.

Leo aveva parlato con un insegnante di sostegno di essere vittima di bullismo  

I genitori del 15enne questa mattina sono tornato dai carabinieri di Marzocca, frazione di Senigallia, per fare una integrazione alla denuncia che indica alcuni dei compagni di scuola che avrebbero vessato il figlio, presentata già lunedì pomeriggio. Si tratta di messaggi whatsapp che Leonardo aveva inviato alla madre e che raccontano d'aver parlato con un docente di sostegno della scuola (ma non della sua classe), al quale aveva rappresentato il suo disagio e la volontà di cambiare classe o anche scuola. A riferirlo è il legale della famiglia, avvocato Pia Perricci.

Si tratta di nuovi elementi ad integrazione della precedente denuncia che la madre del ragazzo ha presentato. Il colloquio con il docente sarebbe avvenuto il 9 ottobre - riferisce la legale -, il ragazzo non ricordava il suo nome ma la madre sarebbe riuscita a rintracciarlo. I messaggi confermerebbero ulteriormente il disagio che lo studente viveva all'interno della classe per gli atteggiamenti vessatori di alcuni compagni".