REDAZIONE ANCONA

Stop alla ciclabile del porto. Passetto, via ai nuovi pini

Slitta subito il progetto dell’amministrazione comunale per il percorso . La ciclovia del Conero invece ha già bisogno di importanti manutenzioni.

La parte storica della pineta sarà ripristinata con la messa a dimora di nuovi pini, in numero superiore a quelli caduti. L’intervento sarà portato a termine durante la stagione invernale

La parte storica della pineta sarà ripristinata con la messa a dimora di nuovi pini, in numero superiore a quelli caduti. L’intervento sarà portato a termine durante la stagione invernale

Ciclabile del porto nessun atto deciso, il progetto slitta a data da destinarsi e intanto l’amministrazione comunale spera che il Ministero dell’Ambiente dia l’ok alla proroga del finanziamento statale: "Il nuovo percorso presenta delle criticità – ha detto l’assessore Zinni rispondendo a una sollecitazione di Mirella Giangiacomi (Pd) – serve più tempo per ampliare la delicata concertazione con le categorie che operano all’interno dell’area portuale. Abbiamo avviato il dialogo con l’Autorità di bacino e adesso contiamo di poter spostare la fruizione del finanziamento statale". Si tratta di circa 630mila euro, 30mila dei quali messi dalla Regione. Una modifica del percorso su cui Palazzo del Popolo aggiungerà i suoi 199mila euro, sempre che il dialogo con il ministero vada a buon fine. Non se la passa bene neanche la ciclovia del Conero che già ha bisogno di importanti manutenzioni.

Intanto, il Comune ha predisposto la ripiantumazione degli alberi danneggiati dal maltempo. In particolare alla Pineta del Passetto saranno messi a dimora sia pini pronto effetto di circa tre metri, sia altri tipi di essenza, da posizionare ai margini dell’area, funzionali alla protezione dalla forza dei venti e anche utili al consolidamento della falesia. La parte storica della pineta sarà ripristinata con la messa a dimora di nuovi pini, in numero superiore a quelli caduti. L’intervento sarà portato a termine durante la stagione invernale, nel corso della quale le piante sono in stasi vegetativa e quindi è favorito l’attecchimento. Nel frattempo, superata l’emergenza, prenderà il via la fase di eliminazione dei ceppi, che per legge non poteva rientrare tra gli interventi di somma urgenza.