
Il governatore Acquaroli, il viceministro Rixi e il presidente Garofalo
Raddoppio della variante alla Statale 16 e lavori fermi: martedì summit al Ministero delle Infrastrutture per capire l’epilogo di una vicenda che per la filiera istituzionale di centrodestra rischia di diventare sanguinosa: "Martedì prossimo incontrerò Anas e impresa incaricata dei lavori (Inc spa, ndr) – ha detto ieri il viceministro Edoardo Rixi intervenendo all’incontro in porto – c’è da capire se si può andare avanti con l’appalto oppure no. Il rischio di tenere fermo il cantiere per più di un anno sarebbe un guaio. Sarebbe tutto da rifare, progetto, appalto e così via. La ditta incaricata dei lavori si sta disimpegnando, qui come nell’appalto che ha con Anas e con noi in Lombardia. Ascolterò le due versioni martedì, poi toccherà a me trovare una sintesi nell’interesse comune".
Il nodo al centro del contendere sembra essere l’economicità dell’appalto e l’aumento dei costi: "Deve essere chiaro – ha aggiunto Rixi – che noi vogliamo riconoscere all’azienda il costo reale dell’opera. L’appalto è partito prima del Covid, anche se per legge sono stati riconosciuti i rincari dei prezzi. Servirà una variante, vediamo. Da parte nostra massima disponibilità, ma martedì voglio prima di tutto capire se l’impresa ha intenzione di terminare l’opera oppure no. Ci sono una serie di punti da rispettare, di diritti e di opportunità. La nostra è quella di connettere le Marche al sistema Paese attraverso il suo porto".
Se Rixi è dubbioso, il presidente della Regione Francesco Acquaroli è seriamente preoccupato: "Se questo problema non si risolve subito, la cosa rischia di trascinarsi e di pesare sui conti pubblici. Mi auguro che Anas e Ministero trovino una soluzione. È incredibile, quel cantiere lo portavo a esempio perché era facile notare gli avanzamenti, poi non so cosa sia accaduto, fino alla stasi totale di queste settimane. Se non riparte quell’opera rallenta anche l’Ultimo Miglio". Bloccare quel cantiere "non sarebbe soltanto un grosso problema, ma un delitto" ha detto il delegato del Comune in seno al Comitato di gestione del porto, Giacomo Bugaro. Rixi era a Bari lunedì, ieri ad Ancona e oggi sarà a Trieste. L’Adriatico e i suoi scali marittimi al centro dell’attenzione del governo: "L’Adriatico ha sofferto la crisi del mar Rosso, ma il porto di Ancona ha la grande opportunità di sfruttare i traffici con la penisola balcanica, specie una volta pacificata la situazione in Ucraina. Ancona è un porto che sta subendo una grande trasformazione – secondo Rixi – su cui noi stiamo investendo e che cambierà radicalmente nei prossimi anni. Lo dobbiamo dotare di infrastrutture e al porto noi chiediamo di fare in fretta nel realizzare le banchine e poi gestirle al meglio, tra approdi pubblici e da dare in concessione ai privati. Ancona è una scalo molto importante per il Paese perché è l’unico vero approdo tra Bari e Ravenna in Adriatico".
Infine la stazione marittima: "Noi siamo d’accordo, abbiamo chiesto a Rfi di adeguarsi, anche se il sistema ferroviario è esso stesso in una situazione complessa e si basa per l’85% su una rete che risale ai primi del ‘900. Collegare il porto con la ferrovia è fondamentale per la mobilità sostenibile".