MARINA VERDENELLI
Cronaca

Stalking e violenze. Tappezza la città con offese e minacce contro la ex: "Ti butto l’acido addosso"

La testimonianza choc in tribunale di una mamma 45enne anconetana "Quando era ubriaco diventava un’altra persona, mio figlio mi difendeva".

Stalking e violenze. Tappezza la città con offese e minacce contro la ex: "Ti butto l’acido addosso"

Quando beveva non era più lui e bastava un niente per picchiare e offendere la compagna, madre di due figli che spesso intervenivano per difenderla. "Ti taglio la gola, ti butto l’acido, ti brucio, ti mando gli zingari". L’uomo è arrivato anche a scrivere frasi offensive per la strada, nei luoghi frequentati dalla donna, davanti ad una chiesa, sotto il posto di lavoro e perfino davanti al fornaio dove andava a comperare il pane. Con un pennarello ha scritto il nome, il cognome e l’indirizzo della donna apostrofandola come una poco di buono. Violando il divieto di avvicinamento, ad ottobre scorso, è stato anche arrestato dai carabinieri della stazione principale di Ancona e tuttora si trova in carcere per l’inasprimento della misura cautelare che aveva imposto il gip dopo le denunce della convivente. Dopo un richiesta di giudizio immediato è finito a processo per maltrattamenti in famiglia nei confronti della ex compagna, una anconetana di 45 anni, e la figlia di lei, 19enne. L’imputato ha 50 anni ed è originario della Campania.

Ieri mattina in tribunale è stata sentita la donna che ha raccontato, davanti alla giudice Martina Marinangeli, gli episodi più gravi contenuti anche nella denuncia che ha fatto ai carabinieri a gennaio scorso. La 45enne si è costituita parte civile con l’avvocato Monica Clementi. "Quando beveva mi metteva le mani addosso – ha riferito in aula – mi tirava i capelli, mi dava calci. Se non beveva era un’altra persona". La prima aggressione risale all’11 novembre del 2022. L’uomo era rientrato a casa, la sera, e la compagna lo ha sentito che parlava da solo. "Era ubriaco – ha proseguito la vittima – così ho fatto finta di dormire perché sapevo che se aprivo bocca iniziava ad offendermi". L’imputato l’ha raggiunta in camera da letto e lì avrebbe iniziato a tirarle i capelli e ad insultarla. "Mi ha preso a calci – ha raccontato sempre la 45enne – poi a pugni in testa. Sono riuscita a divincolarmi e ad uscire dalla stanza. È intervenuto mio figlio per difendermi".

Il 30 gennaio 2023 un altro episodio durante il quale la figlia ha dovuto chiamare i carabinieri. Il 50enne avrebbe minacciato entrambe. "Vi taglio la gola, vi faccio passare guai". A febbraio avrebbe atteso la donna sotto il posto di lavoro e, sempre in stato di ebbrezza, l’avrebbe presa per il collo e poi minacciata di tirarle l’acido. La donna voleva che lui lasciasse la casa, stanca di subire e di dover anche provvedere a tutte le spese quotidiane perché "con il suo stipendio non sapevo cosa ci facesse", ha raccontato in tribunale.

Dopo la denuncia di gennaio l’imputato, che aveva un divieto di avvicinamento, si è presentato sotto casa della donna per imbrattare e danneggiare il suo campanello di case con scritte offensive. Una telecamera lo avrebbe ripreso lì e fatto scattare l’arresto. Altre scritte le avrebbe fatte al semaforo fuori dalla galleria, in centro, sui cassonetti della spazzatura, nel quartiere dove abita la 45enne e dove lei lavora, per denigrarla. Ieri l’avvocato dell’imputato ha chiesto la revoca del carcere per il suo assistito con i domiciliari con il permesso di andare al lavoro e la giudice si è riservata di valutare l’istanza. Prossima udienza il il 9 febbraio per sentire due testi della difesa e per l’esame dell’imputato.