Accusato di stalking viene assolto e gli atti vengono ritrasmessi alla procura per valutare ora la posizione della ex che lo ha fatto finire a processo e del fratello dell’imputato con cui poi la vittima si è legata sentimentalmente. Potrebbero aver reso falsa testimonianza. Di sicuro un giovane 24enne, di origini campane, si è fatto invece 11 mesi di arresti domiciliari, con il braccialetto elettronico, prima di vedersi scagionato da ogni accusa. Il verdetto è stato emesso nei giorni scorsi dalla giudice Martina Marinangeli. Il 24enne, difeso dall’avvocato Ruggero Benvenuto, era accusato di stalking e danneggiamento aggravato. A portarlo in giudizio è stata una denuncia che la sua ex fidanzata, ha sporto ai carabinieri il 19 novembre dello scorso anno. I due avevano avuto una relazione sentimentale, sbocciata ad aprile dello stesso anno. A giugno erano andati a convivere a Cerreto d’Esi e lei era rimasta anche incinta.
La relazione con il 24enne però non l’avrebbe convinta perché lui sarebbe stato troppo geloso e con poca voglia di lavorare. Dopo cinque mesi di convivenza lei ha deciso di lasciarlo. Da lì, stando alle accuse, sarebbero iniziate le ritorsioni. Il campano l’avrebbe pedinata, si sarebbe appostato sotto casa di lei per vedere chi frequentava e con chi usciva. La giovane si sarebbe messa con il fratello gemello dell’imputato andandoci anche a vivere insieme. Diversi gli episodi segnalati di cui sarebbe stata vittima e accaduti tutti nel mese di novembre, quelli che avrebbero fatto poi scattare la misura cautelare del gip con la disposizione degli arresti domiciliari a casa.
Il giorno in cui aveva detto all’imputato che lo lasciava lui avrebbe reagito con violenza tirando un calcio alla panchina dove la ragazza era seduta. Arrabbiato le avrebbe detto: "Non puoi fare come ti pare, ti do fuoco, ti scanno". Il 24enne le avrebbe anche detto di abortire visto che la giovane era incinta di lui e le avrebbe spento un mozzicone di sigaretta addosso. In un’altra occasione il 24enne si sarebbe lanciato sul cofano dell’auto di lei per farla fermare e un’altra volta ancora le avrebbe rotto il finestrino dell’auto a martellate. Tutte accuse non riconosciute.
Marina Verdenelli