Ancona, 29 novembre 2022 - "Questione di centimetri. Se fossi stato venti o trenta centimetri più avanti rispetto alla posizione dove mi trovavo in auto, probabilmente non sarei qui a raccontarla e sarei morto anche io. Sono miracolato, certo. Ma mi sento anche distrutto perché provo enorme dispiacere per le vittime. È una tragedia".
Simone Sartini, chi era il giovane morto nell'ambulanza schiacciata dal Tir
La voce del 60enne anconetano alla guida del suv Bmw nero si interrompe. Scuote la testa, è seduto con le braccia conserte sul guard rail pochi metri più a valle rispetto al luogo del dramma indescrivibile. Riflette con il volto che fissa sull’asfalto e pensa, pensa a quanto gli accaduto: lui si è salvato incredibilmente dalla carambola, gli altri no. Il mezzo della Croce Rossa è andato distrutto, è ridotto ad un ammasso di lamiere. La sua auto, invece, è stata appena colpita nella parte anteriore dal tir che si stava ribaltando: "Non so ancora come sia potuto succedere, ma sono vivo", sussurra con appena un filo di voce. L’uomo si stava recando a lavoro, come mille altre volte, ed era diretto al casello autostradale di Ancona Nord per imboccare l’A14. Era esattamente dietro all’ambulanza, quando l’autoarticolato si è sbilanciato verso sinistra ed ha travolto il mezzo della Cri di Senigallia e, soltanto in parte, la sua auto. Una Bmw nera fiammante, che dopo la tragedia presentava danni nel parabrezza, qualche vetro a terra, ammaccature vistose alla carrozzeria nel cofano e nello sportello, lo specchietto retrovisore sinistro saltato via. Eppure quell’uomo era salvo, la cosa che più contava. Ed è stato lui che, nonostante lo choc, non ha perso la lucidità ed ha provveduto ad allertare i soccorsi: "Quando ho realizzato quanto fosse accaduto ho impugnato il telefono e ho chiamato il 112 (Nue, Numero unico delle emergenze, ndr). I soccorritori sono arrivati nel giro di pochissimo tempo. Speriamo invece l’altra persona possa salvarsi".