RAIMONDO MONTESI
Cronaca

"Sogno la pace nel mio Paese per tornare a giocare con gli amici"

Mentre continua la guerra tra Israele e Palestina ci siamo messi nei panni di un ragazzo di Gaza. Vive in un rifugio che si trova due metri sotto terra senza acqua corrente e neanche elettricità.

Un bambino davanti alle macerie di Gaza

Un bambino davanti alle macerie di Gaza

In questo momento storico in cui infervora la guerra tra Israele e Palestina ci siamo messi nei panni di un ragazzo di Gaza. Ogni giorno mi sveglio con la paura che domani il mio rifugio, che condivido con mia madre, mia nonna e mio zio, venga bombardato. Di mio padre non sappiamo nulla, un giorno gli israeliani ci hanno minacciato e ci hanno detto che una persona della nostra famiglia doveva andare con loro, altrimenti ci avrebbero uccisi tutti. Ogni giorno prego per lui, ma ancora non sappiamo se lo hanno ucciso o se è ancora vivo. Ora vi porto a fare un piccolo tour nel nostro accampamento.

Il rifugio si trova due metri sotto terra; dentro ci sono due materassi e un vecchio armadio con alcuni vestiti, non abbiamo acqua corrente e neanche elettricità. Usiamo soltanto delle candele per avere un po’ di luce la notte. Poco tempo fa ho sentito la grande idea di Donald Trump, molto fantasiosa: ci vuole mandare in Egitto o in Giordania per un po’ di tempo, per poi costruire a Gaza una riviera, simile a Portofino o Dubai. Io sarei anche contento di andarmene dal mio rifugio, poi qua c’è la guerra… Però non siamo sicuri che là ci daranno una casa.

Inoltre, Trump ha detto che prima o poi torneremo nella riviera da sogno. Io sono un po’ contrario, perché non voglio lasciare il mio paese e per certi altri versi sono favorevole a questa idea futuristica, in quanto vorrei che la guerra finisse presto. In realtà sogno solo la pace nel mio paese, per tornare a giocare e stare in compagnia dei miei amici. Gli americani hanno avuto anche un’altra idea che mi ha stupito: Elon Musk ha detto che vuole rendere Marte un luogo abitabile grazie a SpaceX, vuole creare una colonia autosufficiente entro il 2050, utilizzando le Starship, che possono trasportare migliaia di persone e risorse. Magari un giorno vivrò su Marte! All’inizio ho pensato che fosse una grandissima idea, ma dopo ci ho riflettuto, forse è un po’ pericoloso.

Comunque noi non conosciamo bene Marte, quindi ci sarebbero anche molti rischi. Io sulla Terra mi trovo bene ma, per colpa del cambiamento climatico, probabilmente tra qualche anno non sarà più così. In conclusione, posso dire che una volta finita la guerra sarei già molto felice, perché vivrei come un ragazzo normale e questo è il mio sogno più grande, spero che prima o poi si realizzi. Certo andare su Marte sarebbe un’esperienza bellissima, potrebbe piacermi ancor di più che abitare sulla Terra, ma per ora non è una cosa importante.

Valeria Bancu, Davide Cappelletti, Alessandra Gonzales, Nicoló Pieragostini 3BOS scuola Giovanni Paoli II Osimo Stazione