ALBERTO BIGNAMI
Cronaca

Ancona, siringhe infilzate negli alberi. Orrore al parco

Nell'area verde al Piano, vicino a mercato e scuole. C'è anche uno specchietto per vedere le vene del collo

Un centinaio le siringhe infilzate negli alberi del parchetto

Un centinaio le siringhe infilzate negli alberi del parchetto

Ancona, 27 settembre 2019 - E' un angolo del Piano che sembra essere uscito direttamente dalla pellicola di Trainspotting. A due passi dal mercato rionale di piazza D’Armi, a pochi minuti a piedi dalla scuola primaria ‘Savio’, ecco due alberi con infilzate sui tronchi un centinaio di siringhe. Alcune contengono anche del sangue e gli aghi sono tutti ovviamente a vista. Molte sono pure cadute a terra formando un ‘tappeto’ coperto da foglie ed ecco che il rischio di pestarlo è davvero alto, così come quello di ferirsi senza potersene accorgere per tempo.

Il parchetto dell’orrore si trova in via Folli, la strada che congiunge l’incrocio tra via Torresi e via della Montagnola con il mercato di piazza D’Armi, alle spalle dell’ex campo sportivo del Piano San Lazzaro dove proprio recentemente si è svolto il concerto di Mahmood.Si potrebbe pensare che non vi sia alcun pericolo o che tanto quell’appezzamento di terra venga utilizzato solo da tossicodipendenti in cerca di privacy per iniettarsi la dose di eroina eppure ci sono ragazzini che giocano a pallone nell’ex stadio e che a volte mandano la palla proprio là dentro, per poi andarla a riprendere. Non sanno il rischio che corrono.

Accedere a quest’area infestata dalle siringhe è molto semplice. A ‘proteggere’ l’ingresso vi è infatti solamente una rete di plastica arancione, utilizzata per la cantieristica, lungo la quale sono stati però aperti due varchi. Gli stradelli formatisi sul terreno fanno da guida al retro dell’area, ben coperto dalla fitta vegetazione. E’ qui che le siringhe sbucano ovunque facendo capire anche quanto siano davvero grandi i problemi e la piaga dell’eroina in città. Su uno degli alberi vi è addirittura uno specchietto, ad altezza del viso, strappato da qualche auto o scooter. Ebbene, viene utilizzato per individuare le vene del collo e ciò avviene quando quelle di braccia, gambe e dita dei piedi non reggono più perché troppo martoriate. Il collo è dunque l’unico punto ‘utile’ che un tossicodipendente non può vedersi da solo, se non con l’utilizzo di uno specchio.

Le siringhe piantate sull’albero non sono poi quelle gettate a terra, che possono sporcarsi e contenere della terra. Quelle sull’albero, per chi ha i soldi solo per acquistare una piccola dose in tutta fretta, possono anche essere riutilizzate con tutte le conseguenze ormai note circa malattie e infezioni. Probabilmente ciò conta poco per chi è già affetto da Hiv ma altri, che ancora non lo sono, in un momento di sopraffazione da astinenza potrebbero pure non pensarci perché l’unico pensiero che hanno in quel momento è il ‘buco’.