REDAZIONE ANCONA

Sindacati chiedono chiarezza sul piano industriale per le cartiere fabrianesi

Accordo per la cassa integrazione dei lavoratori Giano, ma restano critiche sui ricollocamenti e il piano industriale.

Accordo per la cassa integrazione dei lavoratori Giano, ma restano critiche sui ricollocamenti e il piano industriale.

Accordo per la cassa integrazione dei lavoratori Giano, ma restano critiche sui ricollocamenti e il piano industriale.

"Abbiamo richiesto con forza un piano industriale che sia il più dettagliato e chiaro possibile. Vorremmo una volta per tutte capire quali saranno gli investimenti che l’azienda rivolgerà verso l’area Marche e quali siano i nuovi business che andremmo a produrre". Così i sindacati dopo la chiusura dell’accordo per la cassa integrazione dei lavoratori Giano (Cigs per 12 mesi dal primo gennaio) che ha appena cessato la produzione di carta da ufficio nelle cartiere fabrianesi con 195 esuberi. Ieri si è svolto un altro tavolo tecnico però questa volta tra le Rsu e le segreterie territoriali di categoria con la struttura aziendale che ha messo mano alle valutazioni, spostamenti, giudizi e ricollocamenti per entrare nei dettagli e nei termini dei primi spostamenti già comunicati ad alcuni dipendenti. Spostamenti che hanno però destato "parecchie lamentele e critiche" spiegano le stesse sigle.

"Abbiamo cercato di capire – spiegano - quale sia il metodo e il criterio utilizzato dall’azienda soprattutto in virtù di alcuni demansionamenti e trasferimenti proposti". "Negli ultimi giorni importanti passi in avanti sono stati fatti – aggiungono le sigle sindacali - rispetto a quella che era la situazione iniziale. Non ci sarà comunque completa soddisfazione fino a che l’obbiettivo di ricollocare tutti i coinvolti non sarà raggiunto". Aumentano nel frattempo le adesioni verso le posizioni aperte al nord per gli altri stabilimenti del gruppo. Ad oggi sono una quindicina e "altri lavoratori hanno invece addirittura preso la decisione di non essere ricollocati negli altri stabilimenti del gruppo" spiegano i sindacati. Questi ultimi sarebbero 4 o 5 e avrebbero deciso di non far più parte del gruppo Fedrigoni che pure ha annunciato importanti dati di fatturato. Ampia discussione nell’incontro di lunedì in Regione in riferimento alla cassa integrazione e alla forma ha riguardato i 21 somministrati "Randstad" (staff leasing e termine) come per quelli della società che fa logistica e trasporti "Nicma facility spa" perché direttamente coinvolti anche loro nei licenziamenti e riduzione del personale lavorando a tutti gli effetti per la società Giano/Fedrigoni degli stabilimenti marchigiani. L’azienda, dopo notevoli pressioni dei sindacati, "riguardo solo i somministrati in staff leasing (circa 8-9 lavoratori), si è riservato di valutare l’opportunità di introdurre anche per loro degli incentivi economici".

Sara Ferreri