Senigallia (Ancona), 15 ottobre 2024 – Un ragazzo sensibile e introverso. Così lo descrivono le insegnanti che lo hanno avuto in classe sin da bambino, scioccate ieri dalla notizia che ha scosso l’intera città: Leonardo ha messo fine alla sua vita sparandosi un colpo di pistola. La causa potrebbe essere ricercata nelle parole pesanti che hanno risuonato nella sua mente al punto che per sfuggire a tutto, farla finita sembrava l’unica soluzione possibile.
Ieri mattina la spiaggia di velluto si è svegliata con l’accesso al Campus blindato, le forze dell’ordine, tutte impegnate a cercare Leonardo, speravano di intercettarlo mentre andava a scuola, ma invece il suo corpo giaceva già senza vita, fuori da un casolare a Montignano, a due chilometri da casa sua. I colleghi di papà Francesco, agente della Municipale in forza al Comune di Senigallia, hanno battuto Senigallia in lungo e in largo nella speranza di poterlo trovare, come loro anche carabinieri, polizia e vigili del fuoco.
Le ricerche che sono andate aventi per tutta la notte e che si sono fermate solo nella tarda mattinata di ieri quando è arrivata la notizia che nessuno avrebbe mai voluto sentire ‘Leonardo è morto’. Presidiate le scuole del Campus e riflettori accesi sulla classe dell’Istituto Panzini dove il giovane si era trasferito da qualche settimana.
"Lo scorso anno scolastico lo studente aveva frequentato l’indirizzo informatico dell’IIS Corinaldesi Padovano, dove era stato promosso a giugno e durante l’anno era ben inserito nella classe dove aveva anche alcuni amici stretti. Tuttavia al termine della scuola aveva deciso di cambiare Istituto e si era ri- orientato presso l’IIS Panzini, poiché aveva scoperto che le discipline scientifiche e tecniche dell’indirizzo informatico non rientravano nelle sue passioni e nei suoi interessi” scrive in una nota il Corinaldesi-Padovano.
Da poche settimane aveva iniziato a frequentare la nuova scuola: “È venuto a scuola poco – spiega Alessandro Impoco, dirigente dell’Istituto Panzini – non abbiamo avuto segnalazioni riguardo ad atti di bullismo". Leonardo soffriva, ma non lasciava trasparire nulla, è quanto hanno detto anche alcuni colleghi di papà Francesco, che ieri, con le lacrime agli occhi e la tristezza nel cuore hanno appreso la tragica notizia. Sono stati proprio due agenti della polizia municipale di Senigallia a trovare il corpo senza vita del ragazzo, vicino all’abitazione dov’era cresciuto, a quei giardini dove aveva giocato tante volte. Si è rifugiato, per l’ultima volta in un posto che lo faceva sentire sicuro. Nel buio della campagna tra via del Campetto e strada della Torre, a pochi passi da un casale abbandonato ha scelto di mettere fine alla sua vita. Due le comunità in sotto shock per la notizia: il ragazzo era cresciuto a Montignano, aveva frequentato la primaria e la secondaria a Marzocca, poi aveva scelto di proseguire gli studi iscrivendosi al Corinaldesi-Padovano, poi, la scelta di passare al Panzini dove il ragazzo, non si sarebbe mai riuscito ad inserire nella nuova classe. E quella di Senigallia, dove il papà lavora come agente della polizia municipale. Era molto attaccato a suo padre, con lui condivideva tante passioni, tra cui quella di fare sport all’aria aperta, insieme. Ma anche alla mamma: nonostante non vivessero più insieme, i suoi genitori sono rimasti molti uniti.
Anche l’avvocato della famiglia, Pia Perricci, lo ha sottolineato: "Uscivano per andare a fare delle passeggiate, non lo lasciavano mai solo. Stamattina (ieri ndr), è circolata una voce secondo cui Leonardo e il papà avessero litigato. Falsa, non hanno mai litigato. E’ stato il bullismo. Abbiamo presentato una denuncia alle tre di questa notte. I genitori sapevano di quello stato di malessere del figlio. Non hanno fatto a tempo a fare denuncia prima”.
Un ragazzo con una vita apparentemente uguale a quella di tanti, piena di sogni, spezzati in una notte mite di metà ottobre, nel silenzio della notte davanti a un casolare abbandonato.