Il porto si blinda ulteriormente e la bomba, residuato bellico della Seconda Guerra Mondiale, resta in quel buco scavato dai lavori di una ditta ormai un paio di settimane fa, in attesa di essere recuperata. Salvo rinvii dell’ultima ora, gli esperti artificieri, in arrivo dalla sezione di Bologna, dovrebbero intervenire al porto di Ancona domenica 9 febbraio prossimo. Da capire soltanto se il residuato bellico verrà fatto brillare in mare o a terra, comunque lontano dall’area portuale e dunque anche dalla città.
Sono passati dodici giorni da quando, per caso, è emerso dal sottosuolo l’ordigno inesploso e nel frattempo l’Autorità di Sistema Portuale del Medio Adriatico ha diffuso una nuova ordinanza che limita ancora di più la mobilità e il transito di mezzi e di persone nell’area del Porto Antico. Il giorno della scoperta gli artificieri hanno effettuato un sopralluogo e poi si è deciso di mettere in sicurezza il cantiere dove è stata individuata e transennare l’area. Si pensava a una soluzione molto più rapida, invece da quella mattina del 20 gennaio, quando gli operai di una ditta che stava effettuando degli scavi per la nuova illuminazione dell’area portuale, poco si è mosso.
Il 29 gennaio l’Ap ha emesso una nuova ordinanza che di fatto ha reso più ampia la zona di sicurezza. In pratica le transenne, guardate a vista dai militari della Guardia di finanza, sono state applicate all’altezza dell’Arco Clementino e andare oltre è praticamente impossibile. Il personale della Guardia costiera ha dovuto trasferire via mare la centrale operativa delle emergenze nella sede centrale proprio a causa delle misure di sicurezza. Difficoltà logistiche anche per vigili del fuoco, ormeggiatori, piloti, marina e così via. La situazione resterà tale fino a domenica 9 febbraio quando, nella prima mattinata, la bomba dovrebbe essere recuperata.
Pierfrancesco Curzi