"C’è una costante che caratterizza la nostra associazione di categoria, irrobustita dalla campagna che abbiamo lanciato nel 2020, ‘Acquistiamo locale’, con la quale ricordiamo alle persone un consumo consapevole che valorizza il territorio, sostiene la micro e piccola impresa, crea valore e occupazione". Così Giulia Mazzarini, responsabile alimentare Confartigianato Imprese Ancona-Pesaro Urbino, alla vigilia delle ultime spese di Natale. A cosa non rinunciano anconetani e marchigiani? "Sicuramente ai prodotti enologici e quelli da forno per la pasticceria – ribadisce –. Questo perché il settore alimentare è un tratto distintivo del made in Marche".
Confartigianato, nell’elaborazione dei dati su scala regionale, ha chiarito che il comparto incide per il 10% sulla manifattura artigianale. Non meno rilevante il dato relativo agli addetti dell’artigianato, nei settori di prodotti e servizi tipici natalizi. In Italia costituiscono in media il 33,5% degli addetti totali dell’artigianato. Nelle Marche la quota supera il 40% per effetto di 12.993 imprese e 45.236 addetti. Inoltre i consumatori stanno mostrando "attenzione all’acquisto sotto casa, proprio per il valore che gli conferiscono, e sono orientati ai prodotti gastronomici, in quanto meno soggetti di altri alla commercializzazione online", continua Mazzarini.
Nel territorio si stima che il 66 per cento delle spese complessive negli acquisti prenatalizi verrà destinato a cibi e bevande. Più in generale, le proiezioni di Confartigianato prevedono che nelle Marche verranno spesi 434 milioni di euro per prodotti alimentari e bevande, oltre a 223 milioni per altri prodotti natalizi, per un totale di 657 milioni. In provincia di Ancona si stimano 138 milioni per le spese alimentari e altri 71 per altre spese natalizie (totale 209 milioni).
"Aggiungo un ultimo elemento – chiude Mazzarini –. Il trend italiano delle spese è in crescita sul 2023 e, soprattutto, sugli anni della pandemia e quelli successivi segnati dalle difficoltà delle imprese per inflazione e aumento dei costi di energia e materie prime. A livello nazionale potrebbe esserci una crescita dello 0,4 per cento delle spese per cibo e bevande".
Giacomo Giampieri