"Una nuova stagione culturale per Ancona". Magari partendo da Luigi Vanvitelli, uno dei massimi architetti italiani di sempre, che nel capoluogo marchigiano ha lasciato più di un segno. E’ quello che si augura il sottosegretario Vittorio Sgarbi, intervenuto ieri in video collegamento al convegno "Luigi Vanvitelli, il Maestro e la sua eredità", tre giornate di studio organizzate per le celebrazioni dei 250 anni dalla morte del celebre architetto, ma anche ingegnere, scenografo e pittore.
Un evento grazie al quale, secondo il vulcanico critico d’arte, ‘si è restituito onore a un artista che ha dato un’immagine nuova alla città sfruttando la sua sensibilità di architetto a cavallo tra il classicismo rinascimentale e il barocco’. Un convegno che Sgarbi ha definito "di grande spessore, capace di ampliare la visibilità dell’autore della Reggia di Caserta". Le tre giornate si sono svolte naturalmente alla Mole Vanvitelliana, il capolavoro che Vanvitelli ha lasciato ad Ancona, insieme a tante altre opere di pregio (basti ricordare la facciata della Chiesa del Gesù, in piazza Stracca). Già in sede di presentazione al ministero della cultura di Roma Sgarbi aveva osservato che ‘certamente in Vanvitelli si sente l’influenza di un altro grande architetto classico come Palladio, ma in lui risuonano allo stesso tempo anche echi barocchi. Quando lo osserviamo vediamo Palladio e Bernini, e l’immagine di una Roma pontificia che Vanvitelli ha portato ad Ancona e nelle Marche. Un’Ancona che egli vede come una seconda Venezia per questa sua apertura sul mare’. L’ultima giornata del convegno, oltre alla presenza ‘virtuale’ di Sgarbi, ha visto la partecipazione, tra gli altri, del presidente della Regione Francesco Acquaroli e dell’assessore regionale alla cultura Chiara Biondi. L’evento ha ottenuto grande successo: ogni sessione di lavoro è stata trasmessa in streaming e ha registrato circa 250 visualizzazioni ciascuna; 2.300 le visite giornaliere al sito web di presentazione; numerose le adesioni da parte degli ordini professionali. Per Acquaroli il convegno ‘è servito a comprendere pienamente il grande lavoro svolto da quegli artisti che hanno contribuito in maniera indelebile a costruire le nostre città. Trecento anni fa Vanvitelli ampliava il porto di Ancona, facendo così della città la Porta d’Oriente. Occorre valorizzare gli insegnamenti del passato, utilizzandoli per costruire le nostre città del futuro e ridare una dimensione nuova ad Ancona, al suo porto e a tutte le Marche".
r.m.