Ancona, 26 gennaio 2021 - "Ben tornati, igienizzate le mani mi raccomando". Il termometro formato pistola per misurare la temperatura mirando alla fronte e più ingressi dove far passare gli studenti distribuiti in fila indiana. Così il Savoia-Benincasa ieri mattina ha ripreso a fare scuola in presenza con il 50 per cento dei ragazzi che sono entrati in due orari diversi, un gruppo alle 8 e l’altro alle 9. Parola d’ordine non creare assembramenti. Proprio all’istituto di via Marini si erano verificati i primi due studenti positivi, all’inizio dell’anno scolastico, ma senza casi di ritorno.
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«Prima potevano stare al banco senza mascherina – ha osservato Alessandra Rucci, preside della scuola – adesso la devono tenere sempre, quindi speriamo che vada tutto bene. Oggi (ieri, ndr) per noi è il secondo primo giorno di scuola visto che siamo andati in didattica a distanza dal 25 ottobre. Ho sentito urla di gioia all’entrata, i ragazzi non vedevano l’ora". Circa 700, tra i due plessi, quelli tornati a fare lezione dal vivo, senza classi dimezzate. Per dividere le settimane in presenza la dirigente ha utilizzato due colori: questa settimana vanno a scuola le classi gialle e la successiva quelle verdi.
Alla VC del corso linguistico l’inizio è stato con matematica e fisica. "Ancora non mi rendo conto – ha detto Mariem Gara, terminata la prima ora – ieri (domenica, ndr) non riuscivo nemmeno a trovare le penne per preparare astuccio e zaino tanta era l’abitudine di stare a casa. Ho preso il bus e c’erano anche posti liberi". La sua compagna di classe, Michela Alfonsi, ha optato per un arrivo in auto. "Sono venuta con una amica neopatentata – ha commentato – almeno adesso non ci bruceranno gli occhi per le troppe ore passate al pc. Mi mancherà solo dormire un po’ di più al mattino".
Impazienti di ricominciare in presenza anche gli insegnanti. "Anche se i ragazzi stavano a casa non abbiamo perso un giorno – ha detto Maria Cristina Santini, insegnante di lettere al Savoia – la dad allarga gli orizzonti ma per fare scuola serve anche il contatto fisico". A seguire gli arrivi, nel plesso del Savoia, c’era il vicepreside, Michele Gabbanelli, che insegna inglese. "Abbiamo utilizzato un sistema organizzativo – ha spiegato il professore – già collaudato a fine ottobre. Siamo pronti in sicurezza".
A misurare le temperature ai ragazzi c’erano le bidelle, protette anche dalla visiera in plexiglass. "I ragazzi sono mancati tanto anche a noi – ha detto Lucia D’Errico – faceva impressione vedere le aule vuote tutto il giorno. Febbre? Non l’abbiamo rilevata a nessuno". Gli studenti sono arrivati anche mezz’ora in anticipo rispetto al suono della prima campanella tanto era la voglia di tornare a scuola. "Noi abbiamo voluto prendere una colazione d’asporto – hanno detto Marcello, 17 anni e Klaudia, 16 anni, della III B sia (sistemi informativi aziendali) – erano mesi che non ci vedevamo. I prof in dad sono più severi". Per entrare sono stati disposti più corridoi all’ingresso dei due plessi scolastici, Benincasa da una parte e scientifico Savoia dall ’altra, separati da del nastro bianco e rosso. Nelle aule i banchi sono rimasti posizionati su dei bolli colorati per mantenere sempre le distanze di sicurezza.