REDAZIONE ANCONA

Rissa al bar, lo sfregia al volto: torna in cella

Un uomo di origine romena, responsabile di un'aggressione con bottiglia che ha sfigurato un'albanese, è stato riportato in carcere per non aver risarcito la vittima e per essere considerato pericoloso. La misura degli arresti domiciliari è stata revocata dal Tribunale di Sorveglianza.

Il capo della Mobile, Carlo Pinto

Il capo della Mobile, Carlo Pinto

Aveva sfregiato un uomo, aggredito a colpi di bottiglia sul viso, per una banale lite scoppiata in un bar. Le indagini della Squadra mobile avevano permesso di risalire al responsabile, un 35enne di origine romena, e fare emettere al gip un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per lui, riconosciuto come l’autore della barbara aggressione. Era finito in cella a Montacuto. Era gennaio dello scorso anno. Dopo cinque mesi però la misura restrittiva era stata sostituita con gli arresti domiciliari. Lì avrebbe dovuto scontare il resto della pena, fino a marzo del 2026, ma martedì il romeno è stato riportato in carcere sempre dai poliziotti della squadra mobile diretta dal vice questore aggiunto Carlo Pinto. A disporre nuovamente la prigione per il 35enne è stato l’ufficio esecuzioni penali della Procura. Il Tribunale di Sorveglianza ha rigettato la misura dei domiciliari perché l’arrestato è pericoloso e non ha risarcito la vittima, sfigurata a vita al volto per il ferimento ricevuto con i vetri della bottiglia.

Lo scorso anno i due si erano visti in un bar della città e il romeno, con la complicità di un’altra persona, un italiano armato di coltello la cui lama raggiungeva i 20 centimetri, aveva aggredito brutalmente un coetaneo, di origine albanese. Spezzato il collo di una bottiglia di vetro presa dal bancone del bar. l’aveva utilizzata per colpirlo causandogli lesioni gravissime. L’albanese aveva riportato un’ampia ferita ad una guancia, la sinistra, con una prognosi di 61 giomi. Profondi i tagli ancora visibili nel volto dell’albanese, rimasto sfigurato. Il romeno avrebbe avuto anche una pistola quel giomo con cui l’albanese sarebbe stato minacciato. Nella perquisizione domiciliare i poliziotti avevano trovato solo il coltello a casa del complice che era stato denunciato a piede libero.