Ancona, 15 gennaio 2025 – Avrebbe trascurato la scuola per la pallavolo così quando i genitori l’avevano messa davanti ad una scelta, o studi o lasci lo sport, il suo allenatore si sarebbe offerto di aiutarla nei compiti in modo da recuperare quei brutti voti. Per un periodo la ragazzina, 13 anni, aveva frequentato la casa dell’allenatore, 60enne. Un giorno però ha fatto una telefonata strappalacrime al padre. “Vienimi a prendere ti prego, non voglio più stare qui”.
Dietro quella chiamata è esplosa un’accusa gravissima. La minorenne avrebbe trovato nel bagno dell’abitazione del suo allenatore, un Comune dell’Anconetano, un cellulare che la riprendeva mentre si spogliava nella stanza. In quel momento la 13enne ci era entrata per provarsi la nuova divisa della squadra, pantaloncini e maglietta con le maniche corte. Gli erano stati dati dall’allenatore che le avrebbe detto “vai a provarteli”. Uscita dal bagno con la nuova divisa il 60enne si sarebbe avvicinato alla giovane e l’avrebbe palpeggiata toccandole i pantaloncini e dicendole che le si vedeva l’intimo e non andava bene su quella divisa così attillata. “Torna dentro e togli gli slip - le avrebbe detto l’allenatore - e metti la divisa senza”. Rientrando in bagno la ragazzina aveva seguito il consiglio ma spogliandosi si era accorta di una lucina che proveniva da un angolo del bagno, sopra a degli zainetti, ad altezza uomo. Era un cellulare che puntava su di lei. Avrebbe registrato tutto. La 13enne lo ha preso e ha cancellato il video, della durata di quasi 11 minuti. Poi è uscita dalla toilette e ha telefonato al padre. Il genitore è andato a prenderla e ha portato via il telefonino incriminato raggiungendo la caserma dei carabinieri per denunciare l’allenatore. Il fatto risale a febbraio del 2023 e ha portato a processo il 60enne, difeso dall’avvocato Carmelino Proto, per produzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale nella forma più lieve. Ieri l’allenatore è stato condannato in abbreviato, solo per la violenza sessuale, dal giudice Alberto Pallucchini: 1 anno e 4 mesi di reclusione (pena sospesa). Assolto perché il fatto non sussiste per le accuse di pedopornografia. Il video in cui la minorenne si spogliava non è stato mai trovato nel cellulare, sono stati recuperati solo dei fotogrammi in cui sarebbe vestita. I genitori della 13enne si sono costituiti parte civile per la figlia con l’avvocato Paolo Sfrappini e avranno una provvisionale di 15mila euro. L’allenatore è stato condannato anche ad una multa di 6mila euro. Ha sempre respinto le accuse, quel cellulare nuovo acquisto, non lo sapeva ancora usare bene e lo aveva dimenticato in bagno. La minore solo sette mesi dopo, nell’incidente probatorio, aveva riferito anche i palpeggiamenti.