Rimproverano tre ragazzine: coppia aggredita

Arrivano i parenti che prendono di mira marito e moglie. Sul posto i carabinieri, la vicenda è finita in tribunale: in tre a giudizio

Rimproverano tre ragazzine: coppia aggredita

I controlli dei carabinieri sul territorio

Erano uscite a fare una passeggiata quando si sono imbattute in una coppia, moglie e marito. L’uomo le avrebbe rimproverate. "Perché non avete le mascherine? Dovete metterle".

Le ragazzine, tre cugine, non indossavano i dispositivi di protezione facciale, previsti durante la pandemia. L’incontro era avvenuto il giorno di Pasqua, il 4 aprile del 2021, a Trecastelli, all’aperto, vicino casa, lungo una scalinata.

La più grande, all’epoca 19enne, aveva risposto a tono. "Ma che vuoi? Chi sei?". Lui aveva detto che era una guardia giurata. La ragazzina a quel punto ha telefonato al padre per riferirgli cosa stava succedendo. Il genitore è corso sul posto trovando i due adulti che discutevano con la figlia e le altre due parenti.

Ci sono state spinte, urla, minacce e alla fine sono arrivati i carabinieri che hanno identificato tutti i presenti. Anche il fratello della 19enne alla fine aveva raggiunto i familiari trovando la lite già in corso.

La coppia di adulti ha sporto denuncia dichiarando di essere stata aggredita e minacciata dal gruppo parentale. In tre sono finiti a processo per minacce e lesioni davanti alla giudice Maria Elena Cola. Sono padre, figlia e figlio, di 64, 44 e 22 anni, difesi dall’avvocato Marcellino Marcellini.

Mercoledi in tribunale sono state sentite le due vittime, parte civile con l’avvocato Domenico Liso e due dei tre imputati, padre e figlio. La coppia ha raccontato la propria versione dei fatti. L’uomo ha riferito che era stato colpito fisicamente dal 64enne e minacciato di morte da padre e figlio con frasi come "ti taglio la gola, ti trovo e ti ammazzo", "anche noi abbiamo le armi". La moglie ha riferito di essere stata presa per i capelli e spinta giù dalle scale mentre tentava di filmare l’aggressione.

Diversa la versione degli imputati. "Stava impedendo a mia figlia di tornare a casa - ha detto il 64enne -. Ha detto che era una guardia giurata, ha aperto il cappotto per far vedere la pistola. Lui ci ha minacciato. Volevamo andare via ma mi è arrivato un calcio, mi ha bloccato il collo e dato cazzotti. Mia figlia gli ha dato un morso se no mi ammazzava". Il 44enne invece sarebbe arrivato solo dopo, quando c’erano già i carabinieri, dicendogli "se sei un uomo e non un coniglio metti via l’arma e ce la vediamo io e te". Prossima udienza il 18 dicembre.

Marina Verdenelli