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Riappare Tiong e vende l’Ancona ad Agnello. Ma non si capisce ancora che campionato farà
L’atteso closing dell’operazione Us Ancona è avvenuto ieri a Roma, presenti il presidente uscente Tony Tiong – stavolta c’era per davvero – e il nuovo patron, il subentrante Francesco Agnello. Il closing s’è svolto dal notaio Gallori, con l’assistenza lato acquirente dello studio Galoppi & Partners insieme all’advisor Marsella e lato venditore lo studio Giangrande insieme agli studi Ontier Italia e Olg e al commercialista Pierfrancesco Ripa, fratello dell’ex ad biancorosso Roberto.
La nuova proprietà ha comunicato che entro l’inizio della prossima settimana "verranno formalizzate le nuove cariche sociali, l’organigramma e il progetto sportivo". Come scritto il giorno precedente da mister Tiong alla Figc, la cessione del controllo dell’Us Ancona è avvenuta tramite la vendita, da parte dello stesso Tiong, della The Dream, società uninominale che possiede il 95% dell’Us Ancona – l’altro 5% è di Mauro Canil, almeno per ora – e il 100% dell’Ancona Sport Center, società assegnataria del bando con cui avrebbe dovuto acquisire il terreno da destinare a centro sportivo. Tony Tiong non lo ha fatto, Francesco Agnello potrebbe ancora decidere di farlo, magari è questo il business che ha intravisto nell’Us Ancona. Che però al momento è una specie di scatola vuota, cioè senza titolo sportivo per poter partecipare a un campionato, visto che è stata esclusa dalla serie C e che la procedura ammessa per richiedere l’iscrizione alla D è solo quella contemplata dal comma 10 dell’articolo 52 delle Noif, norme organizzative della Federcalcio, e cioè quella che segue l’avviso pubblico del sindaco Silvetti. Se l’acquisizione di mister Tiong, due anni fa, lasciava aperti molti interrogativi, soprattutto sul perché avesse deciso di investire ad Ancona – si parla di 8 milioni di euro spesi in poco più di due anni –, ora questo closing ne ribadisce altri: ma Tiong non avrebbe potuto vendere mesi fa, quando la società era in serie C? Oppure dopo aver pagato gli stipendi e averla regolarmente iscritta? Che senso ha vendere ora, se non per fare un dispetto alla città e al socio di minoranza? Sogni di serie A? E poi gli interrogativi cui dovrà rispondere Francesco Agnello nei prossimi giorni: acquisterà il 5% da Canil – le norme prevedono che nella società promossa dal sindaco non figurino amministratori o soci di società escluse dai campionati professionistici negli ultimi cinque anni – e poi proverà a passare attraverso il bando del sindaco Silvetti, oppure aspetterà che vada deserto, magari per presentarsi poi come unico interlocutore? Tanti dubbi che dovrà chiarire entro il 4 luglio, sempre che queste siano le sue intenzioni, con un assegno circolare da 400mila euro pronto per la Figc.
Giuseppe Poli