Alluvione, restano 60 le famiglie di Pianello sfollate a a causa dei danni provocati alle loro abitazioni, alcune delle quali in maniera pressoché irreversibile. Il grosso delle case inagibili o comunque danneggiate sono soprattutto quelle che si trovano lungo la sponda sinistra del Misa, nell’abitato di Pianello Vecchia, ma danni si sono verificati anche sull’altro versante: "La maggior parte hanno trovato un’altra soluzione, presso amici o parenti, oppure in una nuova casa _ spiega uno dei membri del Comitato di cittadini alluvionati _. Una cosa è certa, quelle famiglie non torneranno a Pianello fino a quando i margini e in generale il fiume non verranno messi in sicurezza".
A livello di attività e di servizi da segnalare due notizia poco favorevoli. L’ufficio postale di Pianello è ancora chiuso e tale resterà per mesi. Nei giorni scorsi personale di Poste Italiane ha rimosso il bancomat, ma dentro l’ufficio c’è ancora fango e acqua senza che nessuno abbia ripulito. Ciò provoca problemi per gli altri residenti dell’edificio. C’è poi la questione dell’alimentari Coal. In un primo momento sembrava che fosse possibile riaprire i battenti prima di Natale, ma adesso quell’obiettivo appare più difficile da perseguire.
Infine sempre il Comitato attacca le dichiarazioni rilasciate ieri alla trasmissione Agorà da Claudio Netti, presidente del Consorzio di Bonifica delle Marche: "Secondo lui chi sostiene che il rischio di esondazione dei fiumi sia a monte va rinchiuso in manicomio e per evitare l’unico rischio idraulico basterebbe togliere il tappo alla foce a Senigallia. A queste dichiarazioni risponderemo in maniera ufficiale".