Osimo (Ancona), 11 agosto 2023 – I pomeriggi d’estate. A Osimo, col sole a piombo, il mare non proprio dietro l’angolo, i genitori che devono lavorare. Ragazzini di 11 e 12 anni che non sanno come tradire il tempo che sembra non passare mai. Ma basta poco per divertirsi. E allora cosa c’è di più intrigante nell’entrare in un palazzo abbandonato per corrersi dietro, nascondersi, entrare nelle stanze senza infissi né finestre, con il pavimento ancora grezzo e mai terminato.
Un cantiere aperto a tutti in via Fanfani, nel cuore di Osimo. Un edificio abbandonato da tanto tempo: la ditta costruttrice non ha mai ultimato i lavori. Le gru penzolavano pericolosamente sotto le sferzate del vento d’inverno. Un gruppetto di ragazzini entra nell’edificio.
Avanti e indietro, su e giù per i piani del palazzo. Ad un tratto un tonfo, sordo. Uno dei ragazzi, 12 anni, di origini nordafricane, precipita nel vano ascensore. Dove però l’elevatore non è mai stato posizionato. C’è solo il vuoto.
E sotto, nello scantinato c’è più di mezzo metro d’acqua, residui delle piogge che nessuno ha mai asciugato. Il volo del ragazzino viene attutito da alcune tavolacce di legno. Il 12enne cade di faccia, si massacra: doppio trauma cranico commotivo, diranno i medici appena lo prendono in consegna prima del trasporto d’urgenza al Salesi.
Una tragedia sfiorata per un soffio. Anche grazie alla prontezza di riflessi e alla grande volontà d’animo di un amichetto, coetaneo. Mentre gli altri scappano per paura che arrivasse qualcuno e li rimproverasse perché si trovavano dove non avrebbero dovuto, lui resta accanto all’amico. Ed è proprio lui a dare l’allarme, urlando come un forsennato.
"Aiuto, aiutatemi, venite qui, aiuto". Un urlo agghiacciante squarcia il silenzio del pomeriggio d’estate osimano. Sono circa le sette di mercoledì. Via Fanfani è una zona residenziale, fatta di palazzoni tutti uguali. Le famiglie si stanno preparando per la cena. "Ho sentito quelle urla mentre stavo arrivando a casa – racconta Mauro Casali, uno dei residenti. Ho subito immaginato che fosse successo qualcosa in quel palazzo abbandonato. Sono anni che diciamo di sistemare quella situazione: qualcuno prima o poi potrebbe farsi male. Ed è successo veramente".
Mauro e altri residenti si precipitano davanti al palazzo in abbandono. Trovano subito il corpo del ragazzino a terra. Non si muove, ansima per il dolore. L’amico non ha fatto un passo: è lì con le mani al volto bagnato dalle lacrime. Comprensibile il suo stato di choc, ma non si è mai perso d’animo. Vengono allertate le ambulanze. I sanitari arrivano e prestano le prime cure al dodicenne. Capiscono subito che la situazione è delicata. Non è in pericolo di vita, lo caricano su una barella e lo portano d’urgenza al Salesi.
L’amico vuole salire in ambulanza con lui per fargli forza. I residenti lo rincuorano, gli dicono di stare tranquillo, che tutto si sistemerà. Ora il minorenne è ricoverato al Salesi. Per lui un doppio trauma cranico: un occhio gli è uscito dall’orbita, ha delle fratture che devono essere valutate per un eventuale intervento chirur gico. Ma è vivo. Davanti al palazzo fatiscente resta il capannello di persone, attonite. Hanno ancora i brividi addosso.