E’ partita la gara di solidarietà per Silvia Moroni, la maestra di 46 anni, di Sassoferrato, mamma di due figli, che da anni combatte contro un melanoma aggressivo. I familiari, nei giorni scorsi hanno avviato una raccolta fondi su GoFundMe per tentare un’altra via, quella delle cure sperimentali. La solidarietà nei confronti di Silvia e l’empatia per la sua storia ha generato centinaia di condivisioni sui social e oltre mille donatori che hanno permesso, al momento, di raggiungere la cifra di quasi 90mila euro grazie a 1.500 donazioni.
"Ciao a tutti, fare questo appello per me è molto faticoso ma strettamente necessario – scrive nella lettera che apre la raccolta fondi il marito Alessandro -. Ho bisogno del vostro aiuto per mia moglie Silvia di 46 anni, madre di due ragazzi, che da ormai troppi anni lotta con forza e determinazione per sconfiggere un male tremendo. Il calvario è iniziato nel 2013 quando un’incorretta diagnosi dermatologica ha fatto ritardare di ben cinque mesi l’asportazione di un melanoma maligno raro e particolarmente aggressivo - racconta il marito Alessandro -.
Nonostante numerose metastasi, siamo riusciti tramite terapie su terapie ad arrivare ad oggi, ma negli ultimi mesi il melanoma è tornato più aggressivo che mai e l’intervento chirurgico alle metastasi cerebrali che avrebbe potuto essere migliorativo a novembre scorso, all’ospedale Torrette di Ancona, è risultato fallimentare. Le metastasi purtroppo sono cresciute in maniera esponenziale: il caso è incurabile con terapie standard e note, possiamo affidarci solo a trial sperimentali. Le speranze sono basse ma la mia famiglia non può arrendersi, affinché Silvia possa sopravvivere e vivere insieme ai suoi figli dobbiamo tentare il tutto per tutto.
Siamo attualmente in contatto -spiega ancora il marito - con lo Sheba medical Center in Israele e con il Brigham and Women’s hospital di Boston per valutare la possibilità di trial all’estero, estremamente costosi e al di fuori delle possibilità economiche dei più: la sola videochiamata in zoom per la valutazione del caso clinico presso Boston ha un costo di 900 dollari.
Qualora venissimo accettati non avremo tempo da perdere quindi sono qui a chiedervi un contributo per affrontare le spese mediche ed essere pronti a partire: potrebbe essere l’unica speranza e dobbiamo trovarci preparati" ha concluso il marito che sta cercando di mettersi in contatto anche con altre strutture nel Regno Unito.
In pochi giorni, grazie al tam tam soprattutto assicurato dai social, la comunità ha risposto per aiutare una dolcissima mamma che vuole continuare a veder crescere i propri figli. Piccole e più grandi donazioni sono presto arrivate, con una massima che ha raggiunto la cifra di 3mila euro.