Il futuro del Molo Clementino tra pareri, valutazioni d’impatto, varianti e un dibattito trasversale alla politica. Nell’assemblea pubblica organizzata dal Comitato Porto-Città è emerso il tema della variante di destinazione d’uso della banchina destinata alle grandi navi da crociera, approvata nel 2019 dalla vecchia giunta comunale (avevano votato contro soltanto il consigliere di sinistra Francesco Rubini, e l’attuale assessore ai lavori pubblici, Stefano Tombolini). Quella variante aveva messo mano al Prp, il Piano regolatore del porto, datato 1988, in cui il Molo Clementino già figurava, ma con una matrice ben diversa. L’idea era quello di costruire quel molo per dedicarlo quasi esclusivamente alle navi militari; la delibera 502019 della giunta Mancinelli andava a modificare, o meglio ad aggiungere la destinazione d’uso di quella banchina allargandola alle crociere e alla nautica da diporto, dopo che due anni prima era partito l’iter che nel giro di pochi anni avrebbe dovuto portare alla nascita dell’hub Msc. Il Covid ha bloccato tutto. Adesso quel progetto torna di nuovo in bilico, con i movimenti della sinistra anconetana che si sono affidati al sindaco Silvetti il quale, tuttavia, ha espresso un ‘ni’: contrarietà di fondo, ma d’accordo all’opera qualora dal ministero non dovessero emergere rischi per la sostenibilità ambientale. Uno scenario tutt’altro che irreale accarezzato da parte del centrodestra, dal centrosinistra, dall’Autorità portuale e dagli operatori portuali.
CronacaQuelle navi militari per il Molo Clementino