REDAZIONE ANCONA

Quando una maglia "omaggia" i bizantini: l’Ancona vestirà anche di giallo e di rosso

È il 1173, la città resiste all’assedio di Venezia. In segno di fedeltà all’impero Manuele I dona una bandiera, i cui colori sono oggi ripresi dal club

di Raimondo Montesi

L’altro ieri al porto antico, il battesimo della nuova Ancona 2022-2023. Uno dei momenti clou è stata la presentazione delle maglie della squadra dorica. Un momento che ha suscitato sorpresa in alcuni, quando al sindaco Valeria Mancinelli è stata consegnata una nuova maglia, la terza, da lei prontamente indossata. Il numero? L’1, naturalmente. I colori non erano il bianco e il rosso, ma il giallo (dorato) e il rosso. In realtà qualcuno si è dimenticato che questi sono i colori della bandiera del "libero Comune di Ancona" (rossa con una croce d’oro). La tradizione vuole che la bandiera fu donata dall’imperatore bizantino Manuele I Comneno per "ringraziare" Ancona per la sua fedeltà all’impero. Ma c’è un episodio molto più vicino nel tempo. Era il 1932 quando l’Unione Sportiva Anconitana Bianchi, sorta dall’unione con la Emilio Bianchi, cambio i propri colori sociali. Ed ecco che al rosso fu affiancato non il bianco, ma il giallo. Lasciando da parte lo sport per tornare alla storia, va detto che l’origine della bandiera in stile "romanista" ha una lunga e affascinante storia, con le radici piantate in un periodo fondamentale per la città. E’ quello del celebre assedio di Ancona (nel 1173) da parte dell’imperatore Federico Barbarossa e di Venezia. Sì, perché una volta Ancona contava qualcosa, per quanto la cosa oggi possa sembrare strana. Era una Repubblica capace di rivaleggiare con la stessa Venezia, la quale voleva il dominio assoluto sulle rotte commerciali con l’Oriente. La Dorica dava fastidio, perché era riuscita a stabilire proficui rapporti con l’Est. Dava fastidio anche all’imperatore, acerrimo nemico delle "autonomie locali". Era l’epoca in cui i Comuni ambivano alla libertà. L’assedio fu una riedizione del "duello" tra Davide e Golia. Solo che stavolta di Golia ce n’erano due. Ebbene, nonostante questo Davide (Ancona) fu capace di resistere all’assedio. Chiunque conosca anche solo "alla carlona" la storia cittadina sa chi erano Stamira e Giovanni da Chiò, che con i loro gesti eroici stupirono tutti. E magari sanno anche che a dare una mano ad Ancona furono la Repubblica di Ragusa (l’attuale Dubrovnik) e l’Impero bizantino. Ed è proprio da quest’ultimo che avrebbe origine la bandiera dorica, rossa con una croce dorata. Il vessillo, come si diceva, sarebbe stato un dono dell’imperatore romano d’Oriente Manuele I Comneno. Storia o leggenda che sia, l’imperatore bizantino avrebbe donato lo stemma al termine dello scontro contro l’Impero occidentale, come segno di riconoscenza per la fedeltà dimostrata dagli anconetani al patto di alleanza sancito tra le due parti. Ma c’è chi non la pensa così. Lo storico Tarquinio Pinaoro, vissuto nel diciassettesimo secolo, concorda con chi ritiene la bandiera un "regalo" di Manuele I Comneno, ma il vessillo sarebbe stato la ricompensa per l’aiuto fornito dalla flotta dorica nella conquista di Gallipoli, in Turchia.