REDAZIONE ANCONA

Protesta contro il Cpr a Falconara: manifestanti occupano Palazzo della Regione

Manifestazione pacifica contro il Cpr a Falconara: oltre 200 partecipanti denunciano violazioni dei diritti umani.

Manifestazione pacifica contro il Cpr a Falconara: oltre 200 partecipanti denunciano violazioni dei diritti umani.

Manifestazione pacifica contro il Cpr a Falconara: oltre 200 partecipanti denunciano violazioni dei diritti umani.

I cavalli di frisia davanti alle scale che conducono all’ingresso del palazzo della Regione. Lo hanno messo le associazioni che manifestano contro il progetto del governo di realizzare un Cpr (Centro di permanenza per i rimpatri) che potrebbe sorgere entro il 2025 a Falconara. L’iniziativa di protesta di ieri mattina, civile, pacifica e simbolica (il sabato gli uffici della Regione sono chiusi) è comunque uno dei punti messi in calendario dal gruppo che sta lavorando contro l’attivazione del Cpr, a Falconara e in qualsiasi altra area delle Marche.

Una serie di iniziative partite dal coordinamento dei centro sociali a Jesi a novembre, andato avanti anche con il viaggio di una delegazione nel nord dell’Albania, in visita all’hotspot di Shengijn e al Cpr di Gjader. Ieri in oltre 200 hanno preso parte alla manifestazione della ‘Campagna amministrativa-No Cpr Marche’. L’obiettivo protestare contro quelli che definiscono "luoghi dove alcune persone vengono private della libertà per il loro luogo di nascita, senza che abbiano commesso alcun tipo di reato" è stato detto durante gli interventi.

I cavalli di frisia e filo spinato a circondare l’edificio come detto, e poi uno striscione a caratteri cubitali calato dalla terrazza e una scritta di vernice bianca vergata sull’asfalto ‘No Cpr’: "Azioni simboliche per indicare le responsabilità della Regione nel tentativo di realizzare il centro a Falconara. I Cpr – hanno aggiunto altri interlocutori – sono un problema che viene da lontano, la loro istituzione risale al 1998. È urgente opporsi alla loro costruzione: bloccare quello che vogliono costruire a Falconara, boicottare i nuovi centri in Albania e continuare ad adoperarsi per la chiusura di quelli già esistenti.

Questi Centri servono per consolidare una condizione inferiorità legale, intimidazione, ricattabilità e sfruttamento per le persone straniere. Le violazioni dei diritti umani non sono semplicemente uno ‘spiacevole effetto collaterale’ da mitigare o correggere. Per loro conformazione, non possono essere corretti e umanizzati: vanno chiusi. La mobilitazione contro la detenzione amministrativa comincia ora e – annunciano i componenti del collettivo – proseguirà con un unico obiettivo: nessun Cpr né nelle Marche né altrove.

I manifestanti hanno occupato per un paio di ore il tratto di via Gentile da Fabriano proprio davanti a Palazzo Raffaello, ma non ci sono stati problemi di viabilità e tanto meno di ordine pubblico. La questura dorica ha disposto un servizio di controllo dell’evento, ma non si sono verificate tensioni di sorta. Sul posto anche una pattuglia della polizia locale.

La notizia dell’avvio dei lavori per il Cpr di Falconara l’ha data il Carlino il 1° ottobre scorso. Partita l’indagine geofisica del terreno, propedeutica all’installazione delle strutture. Colti di sorpresa il presidente della Regione, Francesco Acquaroli e la sindaca di Falconara Stefania Signorini. A confermare l’avvio dell’iter la recente visita del Ministro degli Interni, Matteo Piantedosi.