"Proposta irricevibile, no alla catastrofe sociale"

Cartiere, dopo il vertice a Roma col ministro il sindaco Ghergo non condivide le proposte dell’azienda. I sindacati si dimostrano più aperti

"Proposta irricevibile, no alla catastrofe sociale"

Il sindaco Ghergo a Roma insieme agli operai delle cartiere

"Il nostro territorio non può perdere nessuno dei 195 posti di lavoro, che con l’indotto arrivano a 300 perchè significherebbe perdere per sempre la professionalità di maestranze estremamente qualificate. E perché la chiusura di Giano è chiaramente il primo passo verso la chiusura dell’intero comparto Marche, che il gruppo Fedrigoni aveva già messo in vendita due anni fa con l’operazione Michelangelo". A incalzare è il sindaco Daniela Ghergo dopo l’incontro di lunedì in ministero. "Va evitata una catastrofe sociale ed economica – aggiunge -. Per questo ho ribadito al ministro Urso l’irricevibilità della proposta di Fedrigoni di ricollocare parte dei lavoratori soprattutto in sedi del nord Italia, chiudendo la produzione del settore ufficio a Fabriano".

Nessun dietrofront dall’azienda che però non ci sta a sentirsi dire che vorrebbe "fuggire" dalle Marche. "Confermiamo la nostra disponibilità – rimarca l’Ad Marco Nespolo - ad aprire un tavolo tecnico con il Ministero per valutare possibili scenari volti a mitigare l’impatto sociale, fermo restando che Fedrigoni cesserà ogni attività commerciale e produttiva legata al business delle carte da ufficio con la fine del 2024. Il piano sociale che abbiamo messo a punto già minimizza in modo significativo l’impatto occupazionale: oltre 180 opportunità concrete individuate, di cui due terzi nelle Marche, il ricollocamento delle 195 persone di Giano. Il piano di investimenti per i prossimi 4 anni destina 56 milioni di euro agli stabilimenti delle Marche dove realizziamo, tra l’altro, i prodotti a brand Fabriano. In questo quadro, purtroppo, non rientra la carta da fotocopie, un business in declino inarrestabile che dal 2018 a oggi ha visto ridurre del 42% la produzione a livello globale".

Cgil, Cisl, Uil e Ugl aprono e parlano invece di "volontà dell’azienda di affrontare la crisi con responsabilità e di tutelare il capitale umano. All’incontro – spiegano – abbiamo sottolineato che la fermata della macchina F3 nel medio periodo comporterà problemi rilevanti che si ripercuoteranno su tutto lo stabilimento di Fabriano, influenzando negativamente l’intero territorio. Abbiamo spiegato al ministro Urso che, con uno sforzo comune, la macchina potrebbe essere utilizzata per altre tipologie di lavorazioni con ottimi risultati. Il Gruppo Fedrigoni si è dichiarato disponibile a incontrare le strutture tecniche ministeriali nelle prossime ore per approfondire tutte le modalità operative relative alla richiesta di supporto e collaborazione". Le sigle parlano di "confronto costruttivo tra l’azienda, le rappresentanze sindacali e il territorio, fondamentale per costruire un percorso condiviso che possa salvaguardare l’occupazione e promuovere il rilancio della cultura imprenditoriale nella regione".

Sara Ferreri