"Pronto soccorso e Dea. Non ne servono nuovi, ma una riorganizzazione"

Franco Pesaresi critica la mancanza di rispetto dei requisiti ministeriali nei pronto soccorso italiani, inclusi quelli delle Marche. Propone una riorganizzazione anziché nuove aperture.

"Pronto soccorso e Dea. Non ne servono nuovi, ma una riorganizzazione"

"Pronto soccorso e Dea. Non ne servono nuovi, ma una riorganizzazione"

"Solo il 14,8% dei pronto soccorso sede di Dea (dipartimento di emergenza) di primo livello e il 24,5% di tutti gli altri pronto soccorso rispettano i requisiti del decreto ministeriale del 2015 per il numero di accessi minimi. No a nuovi pronto soccorso, sì ad una nuova organizzazione". A sostenerlo é Franco Pesaresi, nella vita direttore dell’Azienda dei servizi alla persona Asp 9, ma nel suo blog personale studioso delle problematiche relative a sociale e sanitario. Pesaresi, nel suo approfondimento, ha preso in esame i dati dell’Agenas relativi al 2022.

"Quando leggo di differenze così importanti fra gli standard indicati dalla normativa nazionale quasi dieci anni fa e la realtà effettiva evidenziata da tutte le regioni italiane (comprese le Marche, ndr) mi pongo immediatamente alcune domande vista l’illogicità di approvare norme che la grande maggioranza non rispetta e che nessuno vuol fare rispettare: era forse sbagliato quello standard indicato dalle norme nazionali? Se così fosse perché non è stato corretto per tempo così da evitare errori nella programmazione sanitaria delle diverse regioni? Ma se invece lo standard degli accessi minimi è tuttora valido, come sembrerebbe dal convegno dell’Agenas, mi chiedo quali sono state le azioni del Ministero della Salute per accompagnare le Regioni verso il rispetto dello standard. Conseguentemente mi chiedo quali sono state le azioni delle Regioni per cercare di rispettare lo standard minimo dato che questo non è mai stato contestato dalle Regioni. L’unica cosa chiara – aggiunge Pesaresi - è che il sistema dell’emergenza sanitaria ha bisogno di essere riorganizzata ed in modo significativo". Nelle Marche? "Il dato delle Marche è ancora più sconvolgente – spiega Pesaresi -. Nessuno dei 15 pronto soccorso delle Marche (censiti dall’Agenas) raggiunge il minimo di accessi annui necessari al rispetto dello standard minimo nazionale. Quello che si avvicina di più allo standard minimo è il pronto soccorso dell’ospedale di Fano che nel 2022 ha registrato 43.785 accessi ma che prima della pandemia aveva già superato la quota dei 45.000 accessi. E’ pertanto probabile che se non ci saranno modificazioni nell’organizzazione ospedaliera del presidio possa tornare a superare la quota minima di 45.000 accessi annui. Per il pronto soccorso del Dea di secondo livello collocato all’ospedale di Ancona-Torrette l’obiettivo dei 70.000 accessi annui potrebbe essere raggiunto solo nel momento in cui anche l’ospedale Salesi verrà trasferito nello stesso presidio. Gli accessi annui del pronto soccorso dell’ospedale di Camerino sono solo 8.249 annui superati dal punto di primo intervento (Ppi) di San Severino Marche che di accessi ne ha registrati 9.479. In questo quadro totalmente fuori norma c’è chi pensa di aumentare i pronto soccorso nelle Marche. Sarebbe meglio – conclude Pesaresi - far funzionare quelli che ci sono pensando ad una riorganizzazione del sistema dell’emergenza sanitaria".

Sara Ferreri