Ponte Garibaldi, giù il simbolo dell’alluvione

Completamente demolito: resta solo un cumulo di macerie. Cambia la visuale in centro, il cantiere riprenderà da gennaio 2024

Ponte Garibaldi, giù il simbolo dell’alluvione

Ponte Garibaldi, giù il simbolo dell’alluvione

Il ponte Garibaldi non c’è più, dopo 418 giorni dall’alluvione che il 15 settembre 2022 ha messo in ginocchio la spiaggia di velluto, il manufatto inagibile è un cumulo di detriti che oggi saranno rimossi.

Un pezzo di storia della città che se ne va: intitolato a Garibaldi dal 1882, così come la prospiciente piazza del Duomo. Nel 1910, proprio per porre rimedio alle alluvioni, fu allargato l’alveo urbano e fatte delle sponde in muratura più alte. Lavori a cui conseguì anche la demolizione del ponte 2 Giugno e del ponte Garibaldi, poi ricostruiti utilizzando il cemento.

Durante la seconda guerra mondiale, nel 1944, i tedeschi fecero saltare l’impalcato stradale. Fu poi ricostruito come il precedente, ma con i decori differenti nei piloni e il parapetto in cemento anziché in ferro. Già monitorato dal 2016 e inagibile per i mezzi al di sopra delle 6 tonnellate, era stato chiuso al traffico veicolare dopo l’ultima alluvione che ne aveva spazzato via una parte del parapetto.

I lavori per abbattere il manufatto erano iniziati lo scorso 30 ottobre, dopo che la demolizione, per ben due volte era stata bloccata dalla burocrazia legata alla rimozione di alcuni cavi.

Venerdì 27 ottobre il presidente del Consiglio Giorgia Meloni era arrivata in città dove aveva incontrato informalmente il sindaco proprio sul ponte Garibaldi. Alle loro spalle, una ruspa pronta per iniziare i lavori partiti 72 ore dopo. Il Consosrzio di Bonifica provvederà a rimuovere i detriti dall’alveo del fiume.

Già finanziato, insieme alla demolizione, per 4 milioni di euro, quello previsto sarà un ponte ad impalcato curvo, in modo poter guadagnare la massima altezza, ma sarà anche un ponte sottile in modo da non intercettare acque.

Si tratterà di un’opera innovativa, che tiene conto di portate di piena più cautelative anche rispetto a quanto previsto delle attuali normative.

Obiettivo 2024 anche per il ponte del Coppetto che collega Ostra Vetere a Ostra, anch’esso chiuso dopo l’alluvione del 15 settembre 2022.

Sabato sono partiti anche i lavori per rimuovere la barra di detriti che si è formata nell’imboccatura del porto canale, mentre si è già provveduto all’escavo nel tratto di Misa, compreso tra i due ponti, in modo da poter aumentare la sua profondità e con essa anche la capacità di portata. In sostituzione del ponte Garibaldi, dallo scorso sette luglio è attiva una passerella ciclopedonale che consente di attraversare il Misa e raggiungere così il cuore del centro storico, un percorso alternativo a quello del corso 2 Giugno.

Silvia Santarelli