REDAZIONE ANCONA

"Più libertà ai papà, bisogna tornare al pre Covid"

Il primario di Ginecologia a Jesi, Gianluca Grechi, auspica un ritorno alla normalità ma spiega come già siano stati fatti passi in avanti

"Più libertà ai papà, bisogna tornare al pre Covid"

"La tragedia di Roma ci fa stare male e ci obbliga a riflettere sull’opportunità di allentare ancora i protocolli Covid e poter consentire ad un familiare di stare più tempo vicino alla neomamma, come avveniva prima della pandemia". Così Gianluca Grechi, primario della Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi, interpellato dal Carlino dopo i tragici fatti avvenuti all’ospedale Pertini di Roma dove un bambino di appena tre giorni è morto soffocato dalla mamma che lo allattava a letto. Nessun commento sulla tragedia che ha lasciato tutti attoniti e sgomenti ma Grechi spiega cosa è cambiato dal periodo di piena pandemia: "Ora i papà o comunque una persona vicina alla mamma possono stare con lei durante tutto il travaglio, accompagnarla alla prima visita e al bagnetto e poi possono entrare tutti i giorni dalle 13 alle 16. Purtroppo paghiamo ancora il dazio del Covid, ma cerchiamo di valutare le singole situazioni e se una mamma è particolarmente stanca o provata e ha avuto un parto difficile viene seguita da vicino. Se c’è necessità il bimbo viene tenuto al nido ad esempio. Quando una mamma è particolarmente giovane oppure in caso di parto gemellare ad esempio si è maggiormente elastici. L’auspicio, visto l’andamento della situazione, è di tornare presto alla situazione pre Covid".

Oltre ai protocolli, a pesare sul tipo di assistenza è anche le ormai strutturali carenze di personale. "Quella di Roma è stata una grande tragedia, che fa venire la pelle d’oca solo a pensarci – commenta Laura Mugianesi, ostetrica del Carlo Urbani – La realtà di Jesi per fortuna è un’oasi felice: il personale è sempre cordiale e attento ai bisogni delle pazienti. Il tutto nel limite delle possibilità, nel senso che ci sono dei turni in cui per noi è addirittura impossibile fare pipì e quindi il nostro supporto alle pazienti risulta quasi impossibile. La vicenda dei fatti di Roma mi ha un po’ spiazzata perché, come sempre, i primi a essere considerati responsabili siamo noi operatori sanitari, ma queste sono fatalità. Tutte noi siamo state con i bimbi nel letto e non ci è mai accaduto nulla. A Jesi c’è una grande attenzione per la paziente: a ogni neo mamma viene somministrato un test a punti per la depressione del post partum. Se risulta positivo fa scattare una rete e una presa in carico di professionisti sanitari vari. Il problema a Jesi, come in tutto il resto d’Italia, è la scarsità di personale: si pensa sempre a ‘tagliare’ e ciò va a discapito del paziente. Il far tornare i papà nei reparti come si chiede ora a gran voce, potrebbe aiutare forse ma non evitare queste fatalità. È anche capitato che un papà in sedia si sia addormentato facendo cadere il bambino per fortuna senza conseguenze".

Sara Ferreri