Pirani e Latini, l’intesa passa dalle rinunce

La creazione di un unico gruppo civico ha creato tanti malumori e sospetti: una strettoia che lascia tanti dubbi in maggioranza

Pirani e Latini, l’intesa passa dalle rinunce

Il Consiglio comunale di Osimo

Un gruppo unico e un referente politico che faccia capo ai civici, accanto a Fratelli d’Italia, praticamente l’unico partito in maggioranza, un modo per mettere tutti d’accordo o quasi. In queste ore la decisione. La richiesta fatta dal leader delle Liste civiche da sempre Dino Latini, e che era già stata espressa informalmente a fine giugno, a poche ore dalla vittoria alle elezioni, potrebbe essere una via d’uscita ma troppo stretta e non condivisa da tutti, anche all’interno della stessa parte. La riunione di sabato è stata tesa, il sindaco non ha recepito la richiesta demandando ai suoi per una risoluzione. Sia i latiniani che gli antonelliani sono spaccati sulla decisione al loro interno ma la via da percorrere sembra proprio quella del gruppo unico, seppur difficilissima da intraprendere.

Significherebbe, per le liste di Antonelli (e certamente per il sindaco), ammettere che la vittoria al ballottaggio sia stata per gran parte merito delle Liste civiche da sempre. Dopo la riunione interna di domenica, gli antonelliani si sono ritrovati di nuovo ieri pomeriggio perché Forza Italia e lista connessa non si sono trovati d’accordo con lo spiraglio aperto (senza coinvolgimento) per il gruppo unico. Ci saranno alti e bassi da qui in avanti, forse anche la richiesta dei latiniani, prima del bilancio di dicembre, di annullamento di tutte le cariche assessorili.

La posta in gioco è alta: mantenere comunque questo governo. Nessuno in maggioranza vuole andare ad elezioni anticipate o dimettersi. E poi le regionali sono troppo vicine, con troppi interessi in ballo che non devono essere corrotti dal "caso Osimo". E’ una settimana importante questa sia perché si dovrebbe tornare in Sala gialla per il voto delle linee programmatiche e del bilancio ma anche perché è attesa per dopodomani la sentenza del Tar sul consiglio aperto grazie al decreto regio 2015. Qualora dovesse esserci l’accordo formale e il Consiglio dovesse essere convocato domani, con i numeri "giusti", la maggioranza potrebbe annullare le delibere in autotutela in modo che il Tar dovrà emettere sentenza di non luogo a procedere.

La capogruppo del Pd Paola Andreoni afferma: "Sarà così la fine di questa incredibile farsa? Probabilmente sì perché è noto che il potere è un collante formidabile ma con tutta probabilità avrà la vita di un gatto in tangenziale". Il centrosinistra unito aggiunge: "I numeri sono numeri, le dichiarazioni di voto espresse lunedì scorso in Consiglio comunale nel punto focale delle linee programmatiche non lasciavano spazi ad alcun dubbio, i voti non sarebbero bastati per approvare la delibera. Così il furbo Pirani sospende la seduta onde evitare la disfatta".

Silvia Santini