MARINA VERDENELLI
Cronaca

Pestato col pugno cinghiato: "Io, irriconoscibile"

La testimonianza choc di un ragazzo allora 17enne nel processo al suo aggressore: "Ancora oggi non mi vedo più come prima"

Pestato col pugno cinghiato: "Io, irriconoscibile"

Pestato col pugno cinghiato: "Io, irriconoscibile"

Va a fare da paciere, per difendere il cugino che era stato aggredito da un gruppo di ragazzi di fuori e si ritrova messo ko da un pugno cinghiato. L’aggressore aveva arrotolato alla mano la cintura dei pantaloni e con la parte della fibbia sulle nocche aveva caricato un destro che ha colpito chi non c’entrava nulla con quanto accaduto prima. Quel pugno ha costretto ad una operazione al volto un minorenne, all’epoca dei fatti, perché gli aveva compromesso zigomo e mandibola. "Ancora oggi stento a riconoscermi allo specchio perché non sono più quello di prima". La testimonianza della vittima è stata fatta ieri in tribunale, davanti al giudice Corrado Ascoli, nel processo che vede accusato di lesioni aggravate in concorso un 22enne della provincia di Macerata, nativo di San Severino Marche e residente a Matelica, Il 6 agosto del 2021 si sarebbe intromesso in una litigio, che era ormai bello che finito, picchiando di fatto un innocente insieme ad altri mai identificati. A subire il destro è stato un 17enne (oggi ha 20 anni) che quella sera d’estate si trovava nello chalet dei giardini pubblici di Fabriano, con la fidanzata. "Sentivo che in lontananza dei ragazzi litigavano - ha raccontato la vittima in aula - io ero con la mia ragazza quando è arrivato mio cugino che mi ha detto che era stato aggredito e insultato. Sono andato verso il gruppetto di ragazzi, alcuni li conoscevo. Volevo riportare la calma e infatti le cose si erano chiuse in maniera bonaria quando è arrivato un altro ragazzo che ha iniziato a chiedere ‘cosa sta succedendo?’. Io gli ho risposto niente, è tutto risolto. Lui non sapeva nemmeno cosa era avvenuto prima e mentre mi sono girato per cercare un mio amico ho visto che il ragazzo arrivato dopo caricava un pugno che mi è arrivato in faccia. Era un pugno con la mano arrotolata nella cintura. Poco prima infatti lo avevo visto che la teneva dietro la schiena la mano, forse si stava preparando. Sono finito a terra, ho ricevuto calci. Era tardi, le due di notte. Saranno stati almeno in 6 a picchiarmi, gli altri non li ho distinti cercavo di coprirmi dalle percosse". La vittima ha riconosciuto solo l’aggressore. Portato in pronto soccorso all’ospedale di Fabriano per il viso tumefatto e sanguinante è stato poi trasferito all’ospedale di Torrette dove è stato operato nel reparto Maxillo Facciale riportando una prognosi di 30 giorni. L’imputato è difeso dall’avvocato Mirela Mulaj dello studio Scheggia. La vittima parte civile, con il padre perché minorenne all’epoca dei fatti, rappresentato dall’avvocato Daniele Carmenati. Prossima udienza il 2 dicembre.