PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Ordinanza anti-bivacchi: a sorpresa un clochard fa ricorso

Ancona, assistito dall’associazione Avvocato di Strada, ha impugnato il provvedimento del sindaco Daniele Silvetti

Alcuni clochard  sono tornati nel tratto pedonale  che collega  via Curtatone a via Montebello da dove un anno e mezzo fa dei cittadini somali erano stati allontanati dalla polizia locale

Alcuni clochard sono tornati nel tratto pedonale che collega via Curtatone a via Montebello da dove un anno e mezzo fa dei cittadini somali erano stati allontanati dalla polizia locale

Ancona, 18 ottobre 2023 – Ordinanza anti-bivacchi, il provvedimento è stato impugnato in attesa di capire se la giunta comunale reitererà la sua funzionalità oltre la scadenza del 31 ottobre prossimo. Al netto di quelle che sono state le dichiarazioni del sindaco, Daniele Silvetti, che ha firmato il testo dell’ordinanza ad agosto, sulla non troppo probabile proroga della misura, il ricorso resta ed è stato calendarizzato al Tar Marche.

A presentarlo è stato un uomo senza fissa dimora, regolarmente iscritto alla Casa Comunale, unitamente all’associazione Avvocato di Strada di Ancona. Ora si attende che il ricorso venga discusso avanti il tribunale amministrativo. Qualora la giunta decidesse di non prorogare gli effetti dell’ordinanza oltre la scadenza, il caso verrà archiviato nell’ipotesi in cui si dovesse applicare di nuovo quelle misure.

L’impugnazione parte da una serie di presupposti legati alle figure di chi vive in strada e sul perché le persone vivono in strada. "Una gran parte di esse – sostiene l’associazione – sono richiedenti asilo e protezione o soggetti che non sono riusciti, non per colpa loro, a rientrare nell’orbita dell’accoglienza. Non avendo alcun posto dove vivere, quanto meno dove dormire, è normale che vengano scelte delle soluzioni di fortuna".

Ricorrente e Avvocato di Strada sostengono che ci sia un deficit istituzionale e dunque a pagarne le conseguenze non dovrebbero essere i senza fissa dimora. In pratica, applicando la sanzione (come è accaduto in almeno due episodi documentati dal Carlino a settembre) al tempo stesso si riconosce una colpa in capo a chi decide di bivaccare su una panchina ove invece queste persone sono, per lo più, ‘vittime’ del sistema. L’Associazione che tutela i diritti di chi vive in strada sostiene che non esiste colpa da parte di questi soggetti, ma le responsabilità andrebbero ricercate altrove.

A tal proposito nonostante le temperature notturne non siano più quelle di alcune settimane fa, sono tanti i richiedenti asilo che ancora sono costretti a vivere in strada con soluzioni di fortuna. Alcuni sono tornati nel tratto pedonale che collega via Curtatone a via Montebello da dove un anno e mezzo fa dei cittadini somali erano stati allontanati dalla polizia locale. L’associazione Avvocato di Strada affronta un altro aspetto: "Perché se un richiedente protezione sta su una panchina viene multato e se la stessa cosa la fa un turista delle crociere ad esempio non accade nulla? È una discriminante ed è discrezionale; così il messaggio è che la povertà va allontanata e sanzionata e non curata. Elevare verbali, inoltre, sapendo che nessuno potrà pagare quelle multe significa inoltre sprecare risorse tra spese di notifica, impugnazioni, agenzie di riscossione e via discorrendo".