Opera tra religiosità e profezia: il Nabucco debutta alle Muse

La nuova produzione del capolavoro di Verdi apre la stagione lirica il 25 ottobre ad Ancona "Seppure lontana nel tempo ci fa riflettere su quello che accade oggi in Medio Oriente".

Opera tra religiosità e profezia: il Nabucco debutta alle Muse

La nuova produzione del capolavoro di Verdi apre la stagione lirica il 25 ottobre ad Ancona "Seppure lontana nel tempo ci fa riflettere su quello che accade oggi in Medio Oriente".

Cosa dire del "Nabucco" che non sia già stato detto? Forse che molti vorrebbero il coro ‘Va’ pensiero’ come inno d’Italia... Sta di fatto che quella che viene definita come "la colonna sonora del Risorgimento" è un vero e proprio rito, che torna ad essere celebrato al Teatro delle Muse venerdì e domenica prossimi. Mercoledì è prevista l’anteprima giovani per le scuole secondarie e gli studenti dell’Università Politecnica delle Marche, mentre domani (ore 11) al Ridotto delle Muse ci sarà la guida all’opera. Il nuovo allestimento della Fondazione Teatro delle Muse si affida alla direzione d’orchestra dell’ungherese György Gyoriványi Ráth e alla regia di Mariano Bauduin, con scene e luci di Lucio Diana e costumi di Stefania Cempini. Il cast include alcuni tra gli interpreti verdiani più interessanti della nuova generazione, a cominciare dal baritono Ernesto Petti (Nabucco) fresco reduce dal successo di ‘Macbeth’ al Festival Verdi del Regio Parma. Il direttore artistico Vincenzo De Vivo osserva che "Petti canta il repertorio verdiano in tutta Europa". Ismaele è Alessandro Scotto Di Luzio, Zaccaria è Nicola Ulivieri, "grande basso rossiniano che interpreta un ruolo figlio del ‘Mosè. Quindi è perfetto per Zaccaria". De Vivo cita poi Rebeka Lokar (Abigaille), che "sa cantare i pianissimi e le mezze voci, ma anche essere terribile e sferzante nelle cabalette", Irene Savignano (Fenena), con la sua "esperienza verdiana maturata con maestri di grande prestigio". E ancora, Luigi Morassi (Abdallo), "uno dei giovani talenti che si avviano a una carriera internazionale", Andrea Tabili (Gran Sacerdote) e Antonella Granata (Anna).

Mariano Bauduin parla delle "due nature di Verdi. Il compositore inserito nei suoi tempi, nella sua epoca, e l’uomo legato alle proprie radici, al suo paese, alla religiosità e alla spiritualità del popolo. Più che un melodramma il Nabucco è un oratorio". György Gyoriványi Ráth annuncia "un Nabucco molto italiano, e questo è il più bel complimento che mi si possa fare. Il cast è eccezionale, con giovani bravi e volonterosi". Una curiosità, ricordata da De Vivo: Ráth appare nel film di Dario Argento ‘Opera’, nel ruolo di un direttore d’orchestra che dirige ‘Macbeth’ al Regio di Parma, la cui protagonista è ‘presa di mira’ dal maniaco di turno. De Vivo chiude così: "Nabucco, un’opera profetica e un titolo caro al grande pubblico, che parla di conflitti in Medio Oriente e che seppure lontana nel tempo ci fa riflettere su quello che accade oggi nel mondo".

Raimondo Montesi