Senigallia (Ancona), 19 giugno 2024 – Quando il fratello è arrivato in casa delirava, come se fosse in trans e ripeteva questa frase: "Ho scacciato il demonio". Era di ghiaccio Marco Rossetti, 51 anni, l’uomo che lunedì ha sparato alla madre per poi uccidersi anche lui. Un colpo di pistola, in pieno petto, ha ucciso Ornella Veschi, 87 anni. Era seduta su una sedia che si trovava sul balcone, all’ultimo piano della villetta, dove probabilmente andava sempre la sera a prendere un po’ di aria fresca.
Erano le 19 passate, troppo tardi per impedire la tragedia che si era in parte già consumata. Il fratello ha intravisto anche la pistola e temendo che potesse usarla contro di lui è corso via lungo le scale per chiedere aiuto. Ha telefonato al 112 e in pochi minuti a Cesano di Senigallia, non molto lontano dal centro commerciale il Maestrale, sulla statale 16, sono arrivate le pattuglie dei carabinieri a sirene spiegate. Rossetti era chiuso in casa dove si era sparato un colpo alla testa. Inizialmente sembrava si fosse barricato dentro ma probabilmente si è sparato poco dopo che il fratello era fuggito via spaventato.
Una dinamica chiara ma la Procura di Ancona ha trattenuto le salme e disposto l’autopsia sui due corpi. L’accertamento autoptico sarà conferito nelle prossime ore al medico legale Angelo Montana, dell’istituto di medicina legale dell’ospedale di Torrette. Bisognerà capire se il 51enne fosse sotto l’effetto di qualche sostanza o farmaco prima di aver sparato alla madre per poi togliersi la vita. Soffriva di disturbi psichici ed era sotto cura e seguito da medici. Il pubblico ministero Rosario Lioniello, che coordina le indagini dei carabinieri di Senigallia e del Nucleo Investigativo, ha aperto un fascicolo per omicidio-suicidio.
Tra madre e figlio ci sarebbe stato un litigio in casa, prima degli spari. La donna aveva chiamato al telefono l’altro figlio, che abita nell’appartamento al piano di sotto, nella stessa palazzina. Forse però non era ancora rientrato a casa. "Tuo fratello oggi non lo controllo – avrebbe detto la donna – è troppo agitato, mi dà problemi". La madre era preoccupata. Una convivenza pesante la loro per via dei disturbi di Rossetti.
In casa erano stati fatti sparire tutti i fucili che appartenevano al padre Giuseppe, cacciatore, morto il 10 ottobre scorso, ed era stato riconsegnato anche il suo porto d’armi proprio per evitare che il 51enne portasse armi in casa. Non è chiaro se anche il 51enne avesse avuto un porto d’armi poi revocato. Una revoca che sarebbe avvenuta dopo un incidente in cui era rimasto coinvolto e a seguito del quale avrebbe iniziato ad assumere psicofarmaci. La pistola usata per uccidere la madre e uccidersi sembrerebbe, da una prima analisi fotografica, una pistola tedesca, un residuo bellico nazista della seconda guerra mondiale. Potrebbe averla acquistata online.
Rossetti lavorava come operaio in una azienda locale e viveva con la madre da anni. Vivace da bambino, come lo ricordano i residenti della frazione, con il sogno di entrare a far parte delle forze dell’ordine e che non è mai riuscito a realizzare. L’abitazione, la pistola e anche il cellulare del 51enne sono stati posti sotto sequestro giudiziario. Il telefonino verrà fatto analizzare per vedere se ci sono messaggi o altro utile alle indagini. In casa sono stati trovati diversi modellini di treni, un’altra passione di Rossetti.