Ancona, 16 febbraio 2020 - Fuliggine caduta sulla città dopo il guasto al motore della nave, i campioni prelevati e analizzati dall’Arpam confermano la pericolosità e la tossicità. Il fatto risale alla mattina del 5 dicembre scorso, quando dal comignolo di una delle navi ormeggiate nel porto storico fuoriuscì una sostanza nera e densa che si depositò nella parte antistante di città, da piazza della Repubblica alle vie limitrofe. Proprio da lì e da un’abitazione di via degli Orefici l’Arpam prelevò dei campioni su cui disporre gli esami del caso.
Le analisi svolte in laboratorio dagli esperti dell’Agenzia ambientale delle Marche non lasciano spazio a dubbi: "Ecco il risultato analitico sui due campioni prelevati la mattina del 5 dicembre scorso, uno in piazza della Repubblica a terra e il secondo su un balcone di un’abitazione di via degli Orefici – si legge in un documento a firma della responsabile del Servizio Laboratoristico dell’Arpam, Lucia Cellini –. Sulla base delle analisi si classificano i rifiuti come: rifiuto speciale pericoloso Hp7 al quale è attribuita la caratteristica di pericolo ‘cancerogeno’ al primo; per il campione 2 si tratta di rifiuto speciale pericoloso Hp7 e Hp14 al quale sono attribuite caratteristiche di pericolo ‘cancerogeno’ e ‘ecotossico’".
I risultati, nel dettaglio , sono stati resi noti il 24 gennaio scorso da parte del laboratorio dell’Arpam di Ascoli Piceno con lettere inviate sia al Comune di Ancona, all’Asur Marche e alla Direzione Marittima delle Marche. In questi venti giorni a livello di conoscenza pubblica non si è mosso nulla così come poco si mosse all’epoca dei fatti. L’incidente, un guasto al motore di un traghetto come accennato, è capitato durante la notte, con la nave ormeggiata. Già dal mattino la sostanza nera si è depositata a terra, sui sampietrini del centro città, nei cortili, nei giardini e sui balconi delle case. Se non fosse stato per un residente di via degli Orefici nessuno, Comune di Ancona in primis, si sarebbe attivato. I tecnici dell’Arpam effettuarono all’epoca i prelievi di rito, ma nonostante il discreto quantitativo di fuliggine finita a terra e in movimento, non furono prese alcune misure preventive.
Ora l’esito di quelle analisi qualche dubbio sull’operato complessivo della macchina d’emergenza lo lasciano aperto. Quella fuliggine è pericolosa per la salute delle persone e, nonostante al tempo dei fati questo non fosse di conoscenza ufficiale, qualche misura preventiva in più andava forse adottata. Il Comune di Ancona, preso atto dell’esito degli esami, quasi due settimane più tardi scrive agli stessi enti, compresa l’Autorità portuale, per avere ulteriori informazioni: "Chiediamo alle autorità competenti l’effettiva fonte emissiva concretamente accertata e se e quali azioni sono state assunte nei confronti dei responsabili. Inoltre, preso atto solo il 24 gennaio scorso delle caratteristiche di pericolo dei campioni prelevati e analizzati da Arpam, per tutelare la salute dei cittadini chiediamo di conoscere quali misure siano state adottate per contenere il rischio del ripetersi di eventi analoghi" si legge nella lettera inviata dal Comune.