Lascia il compagno violento ma lui si presenta davanti casa e dopo aver sfondato la porta a calci le dà una testata in faccia causandole lesioni guaribili in 15 giorni. Nell’abitazione ci sarebbero stati anche i figli minorenni. L’episodio risale al 25 settembre dello scorso anno. La donna ha denunciato le violenze fisiche e morali che avrebbe subito per cinque anni e durante le quali l’uomo le avrebbe giurato di ammazzarla intimorendola con frasi come "anche se urli non ti sentiranno, se ti scavo la fossa nessuno ti troverà". Dopo un mese per l’ex compagno è arrivato il divieto di avvicinamento alla donna con l’applicazione del braccialetto elettronico. Sotto accusa, finito a processo davanti al collegio penale, c’è un 45enne anconetano che deve rispondere di maltrattamenti aggravati in famiglia, stalking, lesioni aggravate e violazione di domicilio per fatti avvenuti tra il 2017 e il 2022 (è difeso dagli avvocati Susanna Cardinali e Chiara Casaglia). Vittima una coetanea, parte civile con l’avvocato Annalisa Marinelli.
Ieri mattina l’imputato ha raccontato la sua versione ridimensionando i fatti. "Era lei ad essere aggressiva con me – ha detto il 45enne – quando spesso beveva. Tornavo dal lavoro e la trovavo ubriaca. Mi dava schiaffi e sputi in faccia. Nostro figlio, di 4 anni un giorno mi ha detto ’papà torna da nonna perché mamma ti tratta sempre male’. Tornati da una cena, una sera, lei era ubriaca ed è partita la caccia all’uomo come suo solito. Ce l’aveva con me. Sono entrato nella cameretta delle bambine e una mi ha detto ’nasconditi sotto il letto’. Ci sono rimasto per due ore, per non farmi trovare poi sono uscito quando è andata a dormire".
L’imputato ha riferito anche di un testimone, che sarà sentito nell’udienza del 29 gennaio, in grado di confermare che molte accuse fatte su di lui, dall’ex marito della compagna (sentito come testimone della parte civile in una precedente udienza), sono state inventate.
ma. ver.