ANDREA MASSARO
Cronaca

Non si vive solo di saldi: "C’è un calo dei redditi. Incentivi a chi investe contro il caro affitti"

Intervista a Massimiliano Polacco, direttore regionale Confcommercio: "La tendenza delle vendite durante le feste è stata positiva, ma non è semplice fare previsioni. Il centro di Ancona resta competitivo".

Il direttore generale di Confcommercio, Massimiliano Polacco

Il direttore generale di Confcommercio, Massimiliano Polacco

Non di soli saldi vive il commercio. Ma anche di iniziative per coinvolgere la clientela, decoro della città, parcheggi, facilitazioni, affitti meno cari per chi vuole aprire un’attività. Ancona vive un momento di flessione, un po’ come tutta Italia. Ne abbiamo parlato con il direttore regionale di Confcommercio Marche Centrali, Massimiliano Polacco.

Come sono andate le vendite natalizie ad Ancona? Ci sono margini di miglioramento per il prossimo anno?

"La tendenza delle vendite nell’arco delle ultime festività è stata favorevole nonostante qualche criticità ed in alcuni casi i riscontri sono migliori rispetto all’andamento del Natale 2023. In prospettiva futura non è semplice fare previsioni per quest’anno soprattutto in un momento in cui si ragiona di costi energetici in forte aumento. Chiaramente questo elemento in particolare sarà determinante per comprendere se potremo parlare di uno scenario positivo per il 2025".

Saldi. Che risposta si attende in termini commerciali e di rientro economico?

"Le stime del nostro centro studi sono abbastanza buone. Sei marchigiani su dieci approfitteranno dei saldi invernali per fare acquisti, generando nelle Marche, un giro d’affari di circa 215 milioni, in crescita del 3,5% rispetto all’anno precedente. L’aumento del giro d’affari rispetto al 2024 è motivato soprattutto dal ritardo dell’avvio della stagione invernale. Le previsioni sono quindi di una tenuta della propensione al consumo nelle Marche in cui la moda in particolare ha contribuito in maniera determinante alla discesa ed al contenimento dell’inflazione".

Sono sufficienti i saldi da soli a risollevare un commercio che spesso langue?

"Certamente no, perché si confrontano con una più generale tendenza in negativo (di circa il 7,5% nel periodo gennaio-ottobre 2024) dovuta ad alcuni fattori in primis il calo dei redditi del ceto medio e dalla diversificazione delle priorità di spesa. Con il calo del potere d’acquisto viene rivista la propensione al consumo per beni che a volte non sono più considerati una necessità ma un qualcosa in più. Questa attitudine ci preoccupa".

Cosa si potrebbe fare contro il caro affitti che costringe alcune attività a mollare e a non riaprire più?

"E’ una questione annosa che non è semplice affrontare di petto ovvero incidendo sui privati. Secondo noi bisogna premiare di più chi investe in attività commerciali offrendo incentivi diretti ed indiretti come l’abbassamento della tassazione locale. Incentivando le imprese in questo modo si potrebbe superare il problema del caro affitti bilanciando l’aumento dei costi sfruttando altri canali".

Il commercio nel centro di Ancona si può aprire ad altre esperienze come temporary shop ecc. o deve puntare solo all’internazionalizzazione con lo sbarco di grandi catene?

"Non c’è un’unica prospettiva verso la quale rivolgersi per lo sviluppo del centro naturale commerciale del capoluogo marchigiano e non ci sono strumenti per indirizzarne lo sviluppo economico-sociale. Questo non significa che non abbiamo un’idea per il futuro che passi inevitabilmente per un mix ed un equilibrio commerciale ovvero una proposta di città in grado di offrire qualità, professionalità e un’ampia gamma di prodotti sia per il Food che per il Non Food. Il tessuto locale deve essere ricettivo ai cambiamenti ed essere un punto di riferimento per le nuove tendenze per poter attirare più flussi commerciali possibili: dalla moda del lusso, tanto per fare un esempio, alla moda giovane".

In che modo e in cosa il centro può essere competitivo rispetto ai megastore?

"L’ambito di un centro storico come quello di Ancona o di altre città del nostro territorio fa la differenza perché lo shopping può svilupparsi in un contesto più suggestivo ed accogliente. Con la crescente attenzione delle istituzioni locali alla cura urbana ci sono anche più possibilità di fare impresa in un contorno che permetta una fruizione piacevole dei luoghi abbinata ad attività imprenditoriali di qualità e con grande varietà nell’offerta".