GIUSEPPE POLI
Cronaca

Non ci sono i soldi per la C. Gli ultrà irrompono in sede

Fulmine a ciel sereno a poche ora dalla scadenza per l’iscrizione al campionato. Tiong non ha pagato due mensilità: 450mila euro. In serata la svolta grazie a Canil.

Non ci sono i soldi per la C. Gli ultrà irrompono in sede

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Ancona iscritta al campionato di serie C, ma anche in vendita. E’ il risultato di un giorno di ordinaria follia vissuto nell’ansia e nella trepidazione dalla società quanto dalla tifoseria. La svolta sul gong: sarebbe stato Canil a pagare 450mila euro per completare la domanda di iscrizione.

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Una giornata di passione. Tutto viene alla luce dopo le dimissioni dell’addetto stampa Paolo Papili, giunte nel primo pomeriggio di ieri, ma ovviamente nasce da ben altro, e cioè da quello che succede nella prima mattinata, quando Tony Tiong comunica alla società in videocall che non può pagare quanto dovuto per saldare gli stipendi di marzo e aprile. Condizione indispensabile per avere i requisiti finanziari per la cosiddetta licenza nazionale.

Cosa comporta? Che l’Ancona risulta oggi iscritta al campionato di serie C, ma se entro le 23.59 di ieri sera non risultano versati i 450mila euro che corrispondono alle mensilità non corrisposte di marzo e aprile a giocatori e staff, nei prossimi giorni la Covisoc provvederà a escluderla dal campionato. Niente penalità, niente possibilità di recuperare la serie C con un versamento tardivo. Ci sono sempre i ricorsi legali, ma se non c’è il pagamento con valuta 4 giugno inutile sperare. Insomma, un disastro cui potrebbe aver rimediato solo Mauro Canil, ma neanche per lui è semplice trovare tale liquidità in meno di 24 ore. Le facce di Roberta Nocelli, amministratore delegato, e Antonio Postacchini, consigliere d’amministrazione, sono eloquenti. Sono loro che davanti a mister Boscaglia e altri collaboratori cercano di chiarire l’accaduto con un lungo faccia a faccia con la tifoseria, prima all’esterno della sede di via Schiavoni poi più tardi anche all’interno, tra tavoli rovesciati e intervento di polizia e carabinieri per calmare gli animi. Una situazione tanto assurda quanto complessa, ma anche difficile da spiegare. Perché i contorni sono indefiniti, come mister Tiong. Intanto già ieri mattina si rincorrevano voci di un’Ancona in vendita. Certo che se Tiong non permette alla società di iscriversi alla serie C commette un harakiri inspiegabile: molto meglio sarebbe stato regolarizzare la sua posizione per la serie C e poi, magari, venderla. Così, invece, mostra un disinteresse insensato. Ma occorre fare un passo indietro: il presidente, fa sapere la società, è sempre stato puntuale nei pagamenti.

Anche nell’ultimo viaggio di Roberta Nocelli a Hong Kong la stessa avrebbe messo a conoscenza il presidente, tra le varie cose, che servivano i soldi per la fidejussione e l’iscrizione, 350mila più 60mila euro regolarmente versati dal presidente, ma anche 1,2 mln di euro per chiudere la stagione. Cioè circa 300mila euro di debiti con i fornitori e 900 mila euro per le ultime quattro mensilità. Ecco dunque da dove giunge il "buco" di 450mila euro che l’Ancona avrebbe dovuto versare entro ieri sera per i mesi di marzo e aprile. Domenica scorsa Tony Tiong ha cominciato a far presente a Roberta Nocelli che non sarebbe riuscito a far fronte a questo pagamento per intero, ha chiesto aiuto a Canil, poi lunedì avrebbe abbassato la sua capacità di apporto di denaro, all’interno di quella cifra, e ieri mattina nelle primissime ore, avrebbe detto a Roberta Nocelli e Antonio Postacchini che non poteva proprio far fronte a nessun pagamento. Dunque o Mauro Canil avrebbe reperito in fretta e furia l’importo complessivo, oppure l’Ancona non sarebbe riuscita a pagare gli stipendi di marzo e aprile in tempo utile per evitare l’esclusione dal prossimo campionato. Una situazione allucinante, se si pensa che solo pochi giorni fa il presidente Tiong aveva confermato al sindaco Silvetti che sarebbe arrivato ad Ancona per l’acquisizione definitiva del terreno attorno alla metà del mese. Niente serie C, dunque, a meno di un "miracolo" di Canil in extremis, e società in vendita ma senza una prospettiva. Incredibile, inspiegabile, allucinante. "Perlomeno dobbiamo iscrivere l’Ancona in serie D" dice Roberta Nocelli ai tifosi: ma il boccone, dopo la salvezza conquistata sul campo, è durissimo da digerire. Ieri sera animi molto agitati: oltre cento tifosi sono entrati in sede. Si sono vissuti attimi di tensione, stemperati da una presenza massiccia di polizia e carabinieri che hanno blindato la sede dell’Ancona fino a notte fonda.