Nel nuovo piano dei rifiuti spunta il termovalorizzatore

La Regione Marche approva nuovo piano gestione rifiuti con focus su impianti di valorizzazione energetica. Obiettivo: riduzione rifiuti e aumento riciclo entro il 2030. Prossimi passi: Valutazione ambientale e approvazione definitiva.

Nel nuovo piano dei rifiuti spunta il termovalorizzatore

Nelle Marche c’è il nuovo piano di gestione dei rifiuti (foto d’archivio)

Si scrive "impianto di valorizzazione energetica" o "impianto unico di incenerimento con recupero energetico". Si legge termovalorizzatore. E solo a nominarlo si sentono già proteste di ambientalisti e odor di canea politica, o elettorale. Nel nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti – messo nero su bianco dalla Oikos e licenziato dalla giunta Acquaroli dopo una gestazione di quattro anni e a dieci dal precedente, datato 2015 – la sterzata (già annunciata a più riprese) impressa dalla Regione è (quasi) tutta alla voce "nuova impiantistica di chiusura del ciclo", dove "la tecnologia di valorizzazione energetica" non solo è indicata come "previsione", ma addirittura assunta con i crismi di "orientamento strategico". E così sia, timbrato e bollinato. Ma con un paio di avvertenze a beneficio dell’esegesi del piano: la prima è l’orizzonte temporale. Per l’entrata a regime la data è il 2030, dopo una fase battezzata come "transitoria" nei cinque anni precedenti (2024-2029). La seconda è invece la grande partita – altrettanto perigliosa – della riorganizzazione della governance, che passerà nelle mani della Regione quanto alla gestione della nuova impiantistica, mentre lo "spacchettamento" in ambiti provinciali sopravviverà per le operazioni di raccolta dei rifiuti, per il trasporto e per il conferimento in discarica degli scarti non compatibili con la valorizzazione energetica, tenendo tuttavia presente che la direttiva europea e il Programma nazionale di gestione dei rifiuti (Pngr) pongono già paletti per il 2035, fissando per lo smaltimento in discarica il limite del 10% dei rifiuti prodotti. Tra i macro-obiettivi del piano – fa sapere la Regione –, ci sono la riduzione della produzione di rifiuti e la massimizzazione del riciclo, che dovrà "gradualmente" raggiungere la quota del 65%, facendo anche leva sul potenziamento della raccolta differenziata, che viaggia già a livelli giudicati apprezzabili, il 73% o giù di lì.

D’altronde, "non si deve pensare che l’incenerimento dei rifiuti costituisca un freno alla differenziata", si legge nel piano, dove si portano ad esempi Lombardia ed Emilia-Romagna, che pur avendo "termovalorizzatori attivi per complessivi carichi autorizzati maggiori di 400 megawatt", hanno entrambe superato la soglia del 70% di differenziata. "L’aggiornamento del piano produrrà un sensibile avanzamento verso gli standard già attivi nelle regioni più virtuose", scrive la Regione. Ma siamo solo al primo passo. Con l’approvazione in giunta è stata avviata la fase preliminare della "Valutazione ambientale strategica" – 45 giorni di tempo per presentare osservazioni e modifiche –, quindi il piano dei rifiuti approderà in Consiglio regionale per l’approvazione definitiva.

Alessandro Caporaletti