La nave di Emergency, con 34 naufraghi salvati nel Mediterraneo, è sbarcata nella prima mattinata di ieri alla banchina 19 del porto di Ancona. La macchina dell’accoglienza, coordinata dalla prefettura dorica e particolarmente oliata, non ha avuto alcun problema a gestire le operazioni. A colpire, semmai, è stata l’assenza di rappresentanti della giunta comunale, compresi gli assessori alla protezione civile Zinni (impegnato in una commissione consiliare) e ai servizi sociali Caucci, di solito sempre presenti. Nessun assessore, sindaco o membro della maggioranza ha accolto o preso contatti con i coordinatori e l’equipaggio della Life Support, approdata al porto di Ancona due volte in poco più di un mese. Stiamo parlando dell’unica nave totalmente ‘italiana’ visto che Emergency l’ha acquistata. La volta scorsa la Life Support era rimasta nello scalo dorico per quattro giorni, ma anche lì nessun segnale da Palazzo del Popolo. Al netto di questa constatazione, va detto che i 34 migranti, tutti uomini con un solo minore non accompagnato, resteranno nelle Marche per le pratiche della richiesta di protezione internazionale, di cui 10, come confermato dal nuovo prefetto, Maurizio Valiante. I naufraghi, che viaggiavano su un gommone, erano stati portati in salvo il 12 dicembre con un intervento nelle acque internazionali della zona Sar libica: "Siamo arrivati ad Ancona dopo 5 giorni di navigazione in cui le condizioni meteo non sono state sempre favorevoli, in particolare nelle prime 48 ore abbiamo avuto onde di quasi due metri – è stato il commento di Laura Pinasco, comandante della Life Support, uno dei pochi comandanti donna d’Italia _. I naufraghi sono stati assistiti dal nostro personale medico, finalmente sono sbarcati a terra e sono al sicuro, non possiamo che augurare a tutti il meglio per la loro vita futura". I naufraghi provengono da Afghanistan Pakistan e Sudan, Paesi devastati da conflitti armati, instabilità politica, povertà e crisi climatica: "Molte delle persone soccorse fuggono da conflitti che impediscono loro di rimanere nel proprio Paese _ ha aggiunto Chiara Picciocchi, mediatrice culturale a bordo della Life Support –. Un ragazzo del Pakistan ci ha raccontato che viveva in una zona dove ci sono molti conflitti e c’è una fortissima povertà, motivi che lo hanno spinto a intraprendere il viaggio verso l’Europa. Una volta arrivato in Libia ha tentato la traversata del Mediterraneo due volte, la prima volta è stato intercettato e portato indietro dalla cosiddetta Guardia costiera tunisina, ma è riuscito a tornare in Libia e a tentare una seconda traversata. Questa volta è stato soccorso dalla Life Support, ora il suo desiderio è vivere in Italia, trovare lavoro e farsi raggiungere dalla sua famiglia". Dopo lo sbarco in porto i migranti sono stati condotti al centro sportivo ‘Paolinelli’, alla Baraccola, per lo svolgimento delle pratiche documentali e di riconoscimento prima dell’avvio nei luoghi di accoglienza. Quello di ieri è stato il 13° sbarco di navi di ong cariche di migranti al porto di Ancona.
CronacaNave di Emergency sbarca ad Ancona con 34 naufraghi salvati nel Mediterraneo