"Napolitano, scompare l’ultimo protagonista della Prima Repubblica"

Giorgio Napolitano, ultimo protagonista della Prima Repubblica, è ricordato come un uomo raffinato, colto e attento alle valutazioni politico-strategiche. L'ex deputato del Psi Angelo Tiraboschi ricorda come Napolitano abbia preferito non prendere una posizione netta su Tangentopoli, lasciando prevalere il silenzio ipocrita.

"Con la morte di Giorgio Napolitano scompare l’ultimo protagonista della Prima Repubblica. Sulle Sue qualità si è detto molto: era un uomo raffinato, colto, attento alle valutazioni politico strategiche". Lo scrive Angelo Tiraboschi, deputato marchigiano del Partito socialista italiano dal 1976 al 1994, sottosegretario al Tesoro dal 1980 al 1983 in vari governi. "Se nel 1956 avesse seguito Antonio Giolitti e tanti intellettuali di sinistra, tra cui Italo Calvino, nel condannare l’invasione sovietica a Budapest, la storia della sinistra e della Repubblica sarebbe stata diversa – scrive Tiraboschi – Non lo fece. Il suo riformismo e il suo avvicinamento al socialismo democratico furono tardivi".

"Napolitano ebbe il primo grande incarico istituzionale grazie ai socialisti ed in particolare a Craxi – sottolinea l’ex deputato del Psi – Quando si trattò di eleggere il Presidente della Camera i comunisti, con grande disappunto dello stesso Napolitano, candidarono al suo posto Rodotà. Fu Craxi si oppose convincendo la Dc a votarlo. Da Presidente delle Commissione Bilancio ebbi modo d’intrattenere rapporti quasi giornalieri con il Presidente Napolitano. Ne apprezzai la correttezza istituzionale".

"Quando scoppiò Tangentopoli Egli mostrò di conoscere e di valutare criticamente le sistematiche aggressioni della Procura di Milano nei confronti del sistema politico ed in particolare nei riguardi dei partiti della maggioranza dell’epoca – afferma Tiraboschi – Salvo qualche accenno nel discorso sul suicidio del compianto Moroni, Egli preferì non prendere una posizione netta volta a sottolineare le inammissibili forzature di alcune Procure. Come disse Craxi nel suo famoso discorso alla Camera - ricorda - bisognava prendere atto che il finanziamento della politica aveva posto e poneva a tutte le forze politiche un bagno di verità al fine di determinare una profonda revisione del sistema su cui si erano retti tutti i partiti politici. Il silenzio ipocrita prevalse con la certezza che nel 1994 – conclude – avrebbe vinto la sinistra post comunista. Vinse invece Berlusconi. Sono tutte cose che la morte di un grande uomo politico come Giorgio Napolitano andrebbero considerate. Anche oggi certa sinistra non vuole prendere atto che il moralismo, unito a certo radicalismo parolaio, favorisce la destra politica".