RAIMONDO MONTESI
Cronaca

Muse, la nuova stagione. In scena 60 spettacoli tra Novecento e classici: "Un teatro aperto a tutti"

Il primo cartellone firmato dal direttore Dipasquale con 19 titoli. Tra gli interpreti Luca Marinelli, Giorgio Pasotti e Alessio Vassallo .

L’attore Luca Marinelli porterà al tearo delle Muse di Ancona un testo di Calvino

L’attore Luca Marinelli porterà al tearo delle Muse di Ancona un testo di Calvino

Un teatro aperto a tutti, inclusivo e non elitario, che tenga conto dei bisogni del pubblico, e che dal pubblico debba essere capito. Un luogo che metta insieme le differenze, e che sia allo stesso tempo popolare e di alto livello culturale, uno specchio in cui il pubblico possa confrontarsi con le emozioni, in una società sempre più anaffettiva. Sono le idee che animano il direttore artistico di Marche Teatro Giuseppe Di Pasquale, che firma la sua prima stagione alle Muse: dal 5 novembre al 23 aprile 19 titoli per 60 repliche tra prosa, danza e musical che guardano ai fermenti culturali del ‘900 da Pirandello a Camilleri a Calvino, senza rinunciare ai classici come Shakespeare e Goldoni e all’intrattenimento leggero. Quattro le nuove coproduzioni di Marche Teatro.

Il cartellone si apre dal 5 al 9 novembre con "Il birraio di Preston" di Andrea Camilleri, di cui ricorre quest’anno il centenario dalla nascita. La riduzione è di Camilleri e dello stesso Dipasquale, che dirige una compagnia in cui spiccano Edoardo Siravo, Federica De Benedittis, Mimmo Mignemi. La produzione è di Marche Teatro, Teatro Al Massimo di Palermo e Teatro di Roma. Marche Teatro produce anche "La Tempesta" di Shakespeare (19-23 novembre) con la regia di Alfredo Arias. Fra gli interpreti, Graziano Piazza e Guia Ielo.

Si prosegue con "La Vedova Scaltra" di Goldoni (11-14 dicembre). Giancarlo Marinelli dirige Caterina Murino, Sergio Múñiz e Giulio Corso. E’ l’opera che segna l’inizio della ‘riforma’ goldoniana, il passaggio dal teatro delle maschere a quello psicologico e moderno. Dal 22 al 25 gennaio sarà la volta di "Riccardo III" di Shakespeare, interpretato da Maria Paiato, per la regia di Andrea Chiodi. Dal 18 al 22 febbraio ancora una produzione di Marche Teatro, e ancora Shakespeare. E’ "Otello", con la drammaturgia di Dacia Maraini e la regia di Giorgio Pasotti, anche in scena nel ruolo di Jago. Giacomo Giorgio veste i panni di Otello. Pasotti riflette su come il testo parli ancora alle giovani coscienze, denunciando la violenza di genere e l’illusione del possesso. La drammaturgia di Dacia Maraini sottolinea l’urgenza di educare per prevenire tragedie simili. Il titolo successivo è "I corpi di Elizabeth" della britannica Ella Hickson, inedito in Italia (26 febbraio-1 marzo). Cristina Crippa e Elio De Capitani interpretano una produzione del Teatro dell’Elfo che esplora il potere e la sensualità di Elisabetta.

Dall’11 al 15 marzo Luca De Fusco dirige "Sabato, domenica e lunedì" di Eduardo De Filippo, con una compagnia eccellente tra cui spiccano Teresa Saponangelo e Claudio Di Palma. Il testo racconta la crisi familiare di Peppino e Rosa Priore, esplosa durante un pranzo domenicale a causa della gelosia del marito. La commedia, tra momenti tragicomici e litigi corali, esplora le dinamiche familiari con profondità e ironia.

Luca Marinelli e Danilo Capezzani dal 19 al 22 marzo propongono "La cosmicomica vita di Q", tratto da Italo Calvino, adattamento teatrale delle "Cosmicomiche". Marinelli, oltre che regista, è sul palco nel ruolo di Qfwfq. Lo spettacolo alterna momenti narrativi e drammatici, restituendo lo spirito scientifico, culturale ed esperienziale dell’opera. Franco Branciaroli torna alle Muse dal 9 al 12 aprile con "Non si sa come" di Pirandello, per la la regia di Paolo Valerio, testo che esplora l’inquietante dualità dell’animo umano. Dal 15 al 19 aprile si potrà vedere "Il male oscuro" di Giuseppe Berto, con la regia di Giuseppe Dipasquale, lavoro nato proprio alle Muse. Protagonista è Alessio Vassallo. Il romanzo diventò subito un cult negli anni 60, affrontando un tema, la depressione, ancora oggi per molti versi tabù.