Ancona, 20 settembre 2023 – Tiene una palla in mano, intrisa di sangue. Accanto a lui Mohammed Bin Salman, patron di quel Newcastle che ieri sera ha affrontato il Milan nella prima gara di Champions League.
C’è anche l’ex commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio, Roberto Mancini, nel murales di denuncia dell’artista aleXandro Palombo.
I graffiti sono comparsi al mattino fuori dallo stadio San Siro e in altri punti del capoluogo lombardo. Il writer ha realizzato delle opere che ritraggono le più note star del pallone che hanno scelto di intraprendere, non senza polemiche, la strada dell’Arabia Saudita.
Quell’Arabia dei milioni infiniti. Ma anche quella, denuncia Palombo, delle violazioni dei diritti umani. E così Mancini, Bin Salman, nonché i top player Cristiano Ronaldo, Neymar e Benzema sono apparsi sui muri della città milanese.
Non un caso, ovviamente, nel giorno dello sbarco in città del club inglese che nell’ottobre 2021 è stato acquistato dal Public Investment Fund, il fondo sovrano dell’Arabia controllato dal principe Bin Salman. Lo stesso che ha acquisito anche il 70% dei quattro grandi club della Saudi Pro League, Al Nassr, Al Ittihad, Al Ahli e Al Hilale.
Che il passaggio del Mancio dalla panchina italiana a quella saudita fosse controverso e discusso non c’erano dubbi. L’episodio di ieri a Milano lo certifica. Ma anche nella Marche la questione appare tutt’altro che risolta.
Già, perché nel giugno scorso – prima della partenza verso altri lidi – la sua Regione (il Mancio è nato a Jesi) aveva confermato l’allora ct azzurro testimonial fino al 2025, per promuovere l’immagine delle Marche dentro e fuori i confini nazionali. Con la ripresa dei lavori in Consiglio regionale, ieri, si è tornato a parlare del Mancini volto turistico. A puntare il dito è stato il Partito Democratico, che ha presentato un’interrogazione con il capogruppo Maurizio Mangialardi.
"L’accordo con Mancini era ancorato al ruolo importantissimo di ct della Nazionale azzurra – ha detto l’ex sindaco di Senigallia -. Oggi è l’allenatore dell’Arabia e, in maniera implicita ed esplicita, viene pagato anche per le foto con sfondi di paesaggi dell’Arabia, che cerca di ripulire un’immagine esterna rispetto ai bombardamenti sullo Yemen, al caso Khashoggi, alle limitazioni delle libertà civili".
Dunque la richiesta di rivedere il contratto: "Capisco che in un momento in cui la promozione non ha funzionato tanto e i numeri del turismo marchigiano sono meno 20 o 30%, dobbiamo tentare qualcosa - ha aggiunto -. Penso che avremmo la necessità di rivedere il rapporto. Mancini prende un milione di euro dai contribuenti. Non possiamo dare un milione di euro a Mancini che ne prende già cento dagli arabi".
Al capogruppo Pd ha replicato l’assessore al Bilancio, Goffredo Brandoni: "Indipendentemente dal ruolo professionale ricoperto dal testimonial, non si riscontrano motivi ostativi alla prosecuzione del rapporto e non si ritiene di dover procedere alla rinegoziazione del contratto", la sintesi. Mancini è una "soluzione di alto profilo e appropriata rispetto all’attività di promozione, è una figura di rilievo internazionale, la cui riconoscibilità in Italia e all’estero sono indiscutibili – ha concluso -. Si ritiene di prendere in considerazione il nuovo ruolo di Mancini, al fine, in futuro, della sua identificazione quale facilitatore di proficui rapporti con l’Arabia Saudita, non solo in termini di promozione turistica regionale ma soprattutto di sviluppo".