REDAZIONE ANCONA

Moncaro sprofonda. Debiti per 38 milioni: doppia liquidazione

Decretata da giudici e ministero (coatta). Addio al concordato

Il custode giudiziario Pollio davanti ai soci

Il custode giudiziario Pollio davanti ai soci

Cooperativa Moncaro in profondo rosso, il ministro Adolfo Urso decreta la liquidazione coatta amministrativa e il giorno dopo il tribunale di Ancona che il 10 ottobre aveva concesso 30 giorni di tempo in più per presentare il piano di concordato, con sentenza dichiara aperta la liquidazione giudiziale, prendendo atto delle indagini dei commissari e delle decisioni del Mimit. Il Ministero ha desunto una "situazione di grave illiquidità e crisi finanziaria dell’ente e una impossibilità di definire un adeguato piano concordatario nei tempi previsti dal tribunale competente". La cooperativa ha accumulato, al netto di "errori ed irregolarità perduranti da oltre un decennio" riscontrati dal custode giudiziario Marcello Pollio, debiti per 38 milioni di euro, inclusi 19 milioni verso le banche, 7,8 milioni verso i fornitori e 2,4 milioni verso i soci. Determinanti le due istanze di fallimento presentate da Sartarelli srl di Ravenna per un milione e 152mila euro e Scatolificio Lucarini per 180mila euro e ci sono 768mila euro di debiti nei confronti dei lavoratori e dell’Agenzia delle Entrate.

In realtà come si legge nella sentenza di venerdì del giudice Giuliana Filippello "la richiesta di trasformazione della procedura di gestione commissariale in liquidazione coatta amministrativa è stata effettuata il 16 ottobre dal commissario governativo". Di qui verso il concordato. Una situazione quella del profondo rosso della cooperativa vitivinicola non certo recente perché, come si legge nella sentenza "dai bilanci relativi agli ultimi tre esercizi emerge un ammontare di debiti pari a 38 milioni. Tuttavia, il custode e amministratore giudiziario, nel periodo di svolgimento della propria carica, ha segnalato che la contabilità aziendale risulta affetta da innumerevoli errori ed irregolarità, perduranti da oltre un decennio, circostanza che inficia sull’attendibilità della contabilità aziendale, e quindi dei bilanci di esercizio della cooperativa". Per l’eurodeputato Carlo Ciccioli "la più grande cooperativa vitivinicola delle Marche, 22milioni di bottiglie e 26milioni di fatturato, non può e non deve finire con un fallimento che nasconde la chiara volontà, fin dall’inizio, di favorire speculazioni, parcelle professionali dei curatori fallimentari e appetiti di amici degli amici, già individuati, per comprarla a prezzo di saldo. Vergogna. No, non finirà così. Questa mattina la prima telefonata che ho ricevuto è stata quella del ministro Adolfo Urso che alle mie rimostranze ha assicurato che il Ministero farà reclamo avverso la decisione frettolosa e ingiustificata del Tribunale fallimentare di Ancona".