REDAZIONE ANCONA

"Mio padre si è mostrato come l’uomo che nessuno vorrebbe essere"

Ecco un estratto di ci che la ragazza scrisse a scuola e che è finito agli atti del processo

Riportiamo qui sotto il tema che la figlia più grande della coppia albanese aveva scritto quando frequentava il primo anno delle superiori. Il titolo era una celebre frase de "Il nome della rosa" di Umberto Eco, "stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus", vale a dire la rosa primigenia esiste solo nel nome, possediamo soltanto nudi nomi.

"Umberto Eco utilizza la celebre locuzione latina – riporta lo scritto della ragazzina – facendola diventare la principale chiave di lettura dell’opera. Egli voleva sottolineare come i nomi mostrino solo le apparenze e mai la vera natura delle persone, dimostrato anche attraverso personaggi come il venerabile Jorge, che viene scoperto come l’assassino, e, in contrapposizione, la strega che è in realtà una semplice ragazza. Questa frase mi ha portata a riflettere molto sulla verità che celava e su come si è manifestata nel corso della mia ancora breve vita. A partire dalla mia stessa famiglia, da mio padre. Tre anni fa sono stata costretta, assieme alla mia sorellina e a mia madre, a stravolgere la mia vita in modo improvviso e istantaneo, così ancora prima di accorgermi e metabolizzare tutto ciò che stava accadendo, mi sono ritrovata catapultata in una nuova città, con un futuro che sembrava incerto, tante domande per la testa e la mia intera vita da ristrutturare. Potrà sembrare strano e confuso, ma questa storia nasce da una serie di situazioni e circostanze, tra cui il nome di mio padre: Adriano. Tutt’altro che un imperatore colto e appassionato di arte e viaggi, si è purtroppo mostrato come l’uomo che nessuno vorrebbe essere; mi ha segnata con un pennarello indelebile e non posso fare altro che cercare di perdonare, ma ricordare, sempre. E, davanti a questa situazione, anche io sono dovuta andare oltre il mio nome, ho dovuto passare del tempo da sola per trovare la mia vera essenza, per cercare di affrontare una situazione più grande di me e per cercare di capire cosa voglio veramente. Questa esperienza mi ha cambiata, formata, modellata come un vaso d’argilla, e soprattutto mi ha portata ad imparare a uscire dalla mia comfort zone e, di conseguenza, a riuscire ad instaurare rapporti profondi di amicizia con persone con cui inizialmente non avrei nemmeno parlato".