Mio fratello tetraplegico: "Ci dobbiamo accollare tutte le spese da 4 anni. Una badante non basta"

Maria Teresa Tittarelli di Chiaravalle ha scritto al ministro per la disabilità "Le famiglie come la mia che assistono una persona in grave difficoltà sono una fonte di guadagno enorme verso la Regione e lo Stato".

Mio fratello tetraplegico: "Ci dobbiamo accollare tutte le spese da 4 anni. Una badante non basta"

Mio fratello tetraplegico: "Ci dobbiamo accollare tutte le spese da 4 anni. Una badante non basta"

"Da quattro anni assisto a domicilio mio fratello Renato tetraplegico con spasticità, cieco e con problemi cognitivi. Noi ci dobbiamo accollare sulle nostre spalle di tutte le spese economiche ed uno stress psicologico inquantificabile e quando proviamo a cercare risposte dalle strutture sanitarie perché non abbiamo altra via per noi non ci sono risposte". A parlare è Maria Teresa Tittarelli di Chiaravalle che, nelle scorse settimane ha scritto anche al ministro per la disabilità Alessandra Locatelli e al garante dei diritti della persona per le Marche Giancarlo Giulianelli. "Tutte le famiglie che come me assistono amorevolmente ogni giorno della loro vita un disabile – rimarca - sono una fonte di guadagno enorme nei confronti della regione e Stato centrale. Se avessimo lasciato in un istituto i nostri disabili avremmo sicuramente inciso gravemente sul bilancio. Noi ci dobbiamo accollare sulle nostre spalle di tutte le spese economiche ed uno stress psicologico inquantificabile. Nella mia regione Marche viene riconosciuto un contributo di qualche migliaio di euro per la disabilità gravissima che copre in modo irrisorio le enormità di spese. Solo riguardo il costo della badante è impressionante perché giustamente hanno i loro diritti ma la cosa fondamentale è che noi non siamo un’azienda e non possiamo mettere in deduzione dal reddito le spese degli stipendi. Nella mia grave situazione non è sufficiente una sola badante ed oltre alla mia notevole assistenza devo avvalermi di ulteriori aiuti che giustamente devo retribuire oltre a non poter più lavorare. Le regioni rispondono che lo Stato centrale manda sempre meno risorse ma noi continuiamo a mandarvi le nostre tasse per avere sempre meno diritti. Il diritto alla salute è un diritto primario e non può essere direttamente proporzionale al bilancio regionale, statale ecc". "Gradirei da lei maggior concretezza – scrive Maria Teresa al ministro - perché se non capite quello che noi facciamo ogni giorno: vi portiamo i nostri disabili a cosa vostra poi vediamo cosa fate. Per non parlare della situazione ospedaliera che è una vergogna: mio fratello nell’ospedale di Torrette di Ancona a novembre scorso è stato legato mani e piedi perché non esistono i cuscini e non volevano neanche che io gli facessi assistenza. Se non fossi stata sempre con lui avrebbe avuto conseguenze importanti. Non abbiamo avuto le risposte attese e così ho dovuto riportare mio fratello a casa facendomi carico ancora del problema. Per mia sfortuna ha assistito per 20 anni mia madre giovanissima malata di Alzheimer e in quasi 30 anni ho visto un degrado immenso della nostra sanità. Se non si prende in mano la situazione cercando di distribuire i nostri soldi sulla fascia operativa e non sempre su quella dirigenziale – conclude amareggiata la signora - non ne verremo mai a capo".

Sara Ferreri