"Minacce e botte da mio marito Ma in Afghanistan era la normalità"

Minacciata e picchiata dal marito, fin da quando vivevano in Afghanistan. Solo arrivata in Italia la moglie, appena 20enne, ha capito che lui non doveva trattarla così e lo ha denunciato. L’uomo, 33 anni, è a processo al tribunale di Ancona per per maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate, sottrazione di minore e rapina. Ieri la giovane ha testimoniato in aula raccontando i fatti. "Fino a quando ho vissuto nel mio paese – ha detto – mi dicevano che era normale che venissi picchiata. Lì le denunce non si possono fare. Ma in Italia ho visto che gli uomini non si devono comportare così e mi sono rivolta ai carabinieri". La coppia abitava a Falconara e aveva una bambina piccola. Durante una delle aggressioni l’uomo avrebbe preso la bimba minacciando la moglie: "La butto dal balcone". In una testimonianza, davanti al collegio penale presieduto dal giudice Carlo Cimini, la vittima ha riferito che si era sposata che aveva 16 anni. "Un matrimonio combinato dalle famiglie", ha riferito. La 20enne ha raccontato gli episodi subiti. "Una volta mi ha presa al collo – ha detto – poi ha preso un coltello e mi ha detto ’ti ammazzo se chiami i carabinieri’. Un’altra volta mi ha fatto vedere un cavo elettrico per strozzarmi". I maltrattamenti risalgono al 2020 e sarebbero durati fino al 2022. L’imputato, difeso dall’avvocato Filippo Paladini, è stato sentito in aula anche lui ieri e ha parlato di "comuni incomprensioni, erano solo liti, non l’ho mai picchiata". La sentenza è fissata per il 20 settembre.

ma. ver.