Avrebbe preso le botte spesso, dal suo compagno, tanto che i familiari la vedevano tornare a casa sempre con un livido addosso. "Sono caduta, sono scivolata, mi sono fatta male da sola". Lei rassicurava tutti così, continuando a vedere quel ragazzino di un amore sbocciato quando era ancora minorenne. Ma per oltre un anno una giovane mamma avrebbe subito percosse da un 22enne che è finito a processo per maltrattamenti in famiglia. Il procedimento è in corso al tribunale di Ancona, davanti al giudice Carlo Cimini dove l’imputato è difeso dall’avvocato Andrea Mone. La coppia conviveva in un paesino del senigalliese, soprattutto nei fine settimana, un po’ a casa dei genitori di lui e un po’ in quella della famiglia di lei. A far scoprire lo scenario che sostiene l’accusa è stata una telefonata che la giovane mamma, appena 20enne, aveva fatto il giorno di San Valentino, nel 2021, ad una delle sorelle. "Mi ha chiesto aiuto – ha raccontato la sorella della vittima, in aula, martedì mattina, sentita come testimone – mi ha detto di andarla a prendere e sentivo i colpi che lui le dava. Piangeva. L’abbiamo trovata poi in mezzo alla strada, zoppicava, era in condizioni pietose, aveva una caviglia gonfia".
La ragazzina fu portata in ospedale per le cure e da lì è partita una segnalazione ai carabinieri. Un altra sorella ha raccontato che non ha mai visto la sorella sana da quando frequentava il 22enne. "Tornava con i segni al collo – ha riferito la teste – un occhio nero, tagli, lividi ma diceva che se li era procurati da sola. Ogni volta che andava da lui tornava massacrata. Non riconoscevo più nemmeno la sua faccia". Anche la ragazzina ha testimoniato martedì ma ha detto che i lividi erano tute cadute accidentali e il ragazzo non l’ha mai picchiata. Prossima udienza il 3 ottobre.
ma. ver.