RAIMONDO MONTESI
Cronaca

Marche Teatro, via alle audizioni: "Così formiamo la Compagnia giovani"

Il direttore Giuseppe Dipasquale racconta l’idea di fondare un nuovo gruppo di talenti marchigiani

Il direttore di Marche Teatro, Giuseppe Dipasquale, ha fortemente voluto il ritorno di una «Compagnia giovani». Si punta a formarla con 8-12 attrici e attori. Al via le audizioni

Il direttore di Marche Teatro, Giuseppe Dipasquale, ha fortemente voluto il ritorno di una «Compagnia giovani». Si punta a formarla con 8-12 attrici e attori. Al via le audizioni

Direttore Dipasquale, perché fondare una compagnia di giovani professionisti al Teatro delle Muse?

"E’ un’idea che riprendo da esperienze diverse. La più illustre è quella che si forma all’Eliseo di Roma con Romolo Valli, Rossella Falk, Giorgio De Lullo e Umberto Orsini, che ha determinato alcuni dei più grandi successi del teatro italiano della seconda metà del ‘900. Per Marche Teatro è un’opportunità per riprendere a produrre ‘in house’ con artisti marchigiani e fare anche un reclutamento di giovani che probabilmente sono andati a studiare e lavorare fuori, e che non hanno avuto finora una vera e propria casa su cui puntare per crescere e formarsi. Le due necessità hanno determinato questa scelta".

Su cosa lavoreranno, in senso generale, i giovani?

"Vogliamo far sì che la compagnia si occupi anche di un repertorio classico, tradizionale, facendola allenare sui grandi titoli. Quindi non necessariamente teatro contemporaneo, che già viaggia per conto suo".

Quindi gli attori saranno utilizzati per produzioni vostre? "Certo. L’iniziativa è finalizzata ad un lavoro che porti alla produzione di una serie di spettacoli, che ovviamente cresceranno con gli anni. Saranno scelti i testi più opportuni, anche in base alle risorse. Non ci rivolgiamo solo agli attori, ma anche a registi, scenografi, musicisti. Insomma, si tratta di una compagnia nel senso antico del termine, che ha come peculiarità il fatto di essere formata da marchigiani".

Le quattro parole (tradizione, innovazione, identità e ‘popolare’) rappresentano delle ‘regole’?

"Beh, l’innovazione la si ritrova anche nella tradizione. E basta metterla nel corpo e nella voce di attori giovani perché la tradizione si rinnovi immediatamente. Il carattere del teatro deve essere popolare, nel senso che deve essere aperto alla larga comprensione, non può essere un’operazione di nicchia. Il teatro è un’arte popolare, nasce per essere condivisa il più possibile. L’identità naturalmente è quella marchigiana, che finora credo non sia stata coltivata. Questa è l’occasione per iniziare".

Molti rimpiangono la Scuola del Teatro Stabile delle Marche...

"Per una scuola del genere ci vogliono risorse, anche perché non è finalizzata a realizzare spettacoli, e quindi non può puntare a uno sbigliettamento. Ma questa Compagnia dei giovani potrebbe essere anche l’incipit di un possibile tentativo di riaprire la scuola, negli anni futuri".

Raimondo Montesi